Il latitante è stato aiutato
“C’è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni ha aiutato Messina Denaro e le nostre indagini ora stanno puntando su questo” ha detto, senza mezzi termini, il procuratore Maurizio de Lucia durante la conferenza stampa sulla cattura del boss. Una indicazione precisa sulla direzione che prendono, adesso, le indagini.
Risposte per tutte le vittime
“Nessuna delle vittime resterà senza risposta. Io, il mio ufficio e le forze dell’ordine continueremo a rivolgere i nostri sforzi in questo senso”. Così durante la conferenza stampa sulla cattura di Messina Denaro il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia ha risposto al padre dell’agente Nino Agostino, ucciso dalla mafia. Agostino aveva chiesto se, dopo la cattura del capomafia, si riuscirà ad avere risposte sui delitti irrisolti come quello del figlio.
Arrestato grazie al ‘metodo Dalla Chiesa”
“Matteo Messina Denaro è stato catturato grazie al metodo Dalla Chiesa cioè l’accumulo di tantissimi dati informativi raccolti da tanti reparti dei carabinieri, sulla strada attraverso intercettazioni telefoniche, banca dati dello Stato delle regioni amministrative per consentire all’arresto di questa mattina” ha detto, invece, il comandante dei carabinieri Teo Luzi arrivato a Palermo.
La cattura di Messina Denaro con indagine tradizionale
Alla cattura del boss Matteo Messina Denaro i magistrati palermitani e i carabinieri del Ros sono arrivati con quella che si definisce una indagine tradizionale. Da almeno tre mesi gli inquirenti analizzavano le conversazioni dei familiari del capomafia intercettati. Spunti e battute di chi sa che è sotto controllo, ma non può fare a meno di parlare da cui è emerso che il padrino di Castelvetrano era gravemente malato, tanto da aver subito due interventi chirurgici. Uno per un cancro al fegato, l’altro per il morbo di Crohn. Una delle due operazioni peraltro era avvenuta in pieno Covid19. Sono partite da qui le indagini.
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