La calura palermitana non ferma le carrozze trainate da cavalli. Ore 11.55, via Cavour. Mentre la premier Giorgia Meloni è in Prefettura per gli appuntamenti istituzionali relativi alla commemorazione della strage di via D’Amelio, la colonnina di mercurio della limitrofa farmacia faceva registrare la temperatura di 40 gradi. Può sembrare un dato eccessivo, ma che viene purtroppo confermato anche dalle principali app di meteo nazionali. Un dato termico che, secondo l’ordinanza emessa dal sindaco Roberto Lagalla sul lavoro dei vetturini, imporrebbe lo stop alle attività di trasporto di persone all’interno del centro città. Ma così non è stato.

I limiti dell’ordinanza del sindaco Lagalla

Carrozza cavalli in giro a 40 gradi, via Cavour

E’ lo stesso atto firmato dal primo cittadino ad imporre due “clausole”. La prima riguarda l’orario che, nei casi peggiori, interessa una fascia oraria che va dalle 12.30 alle 16.00. Condizione che scatta qualora la Protezione Civile Regionale, come nel caso odierno, emanasse un avviso di allerta rossa. La seconda, invece, riguarda proprio il dato della temperatura. Elemento che tiene conto non della temperatura percepita a causa di elementi quali smog o tasso di umidità, bensì soltanto in base al dato reale al netto dei fattori esterni. Vale a che dire che se la temperatura netta non supera i 37 gradi, ordinanza vuole che le regole della stessa non entrino in vigore. Detto in parole povere e considerando l’aspetto pratico e la ratio del provvedimento, l’ordinanza del sindaco rischia di fare flop come quella emessa lo scorso anno.

“Basta scuse, vietare circolazione cavalli a queste temperature”

Elemento sul quale è tornata questa mattina la consigliera comunale Viviana Raja. L’esponente della Nuova DC striglia nuovamente il sindaco sul tema del benessere animale, chiedendo regole più stringenti e in linea con la stragrande maggioranza delle città italiane. “Il termometro segna 38 gradi, ma quelli che vengono percepiti dall’essere umano sono molti di più ed in un breve tragitto fatto a piedi, nel centro storico, ho incrociato tre carrozze con i turisti. Ho chiamato la segreteria del Comandante dei Vigili Urbani, chiedendo l’immediato controllo da parte della polizia municipale. Oggi nessuna scusa, la temperatura vieta secondo ordinanza che le carrozze circolino“. Un appello rimasto di fatto inascoltato.

Lagalla firma l’ordinanza per i vetturini

L’ordinanza del sindaco si era resa necessaria “per tutelare il benessere degli animali, in considerazione delle elevate temperature che potrebbero causare problemi di salute agli equidi utilizzati nel territorio comunale per la circolazione delle vetture pubbliche”. Secondo quanto previsto nel documento, nel periodo compreso fra il 10 luglio e il 30 settembre, l’attività degli equidi non potrà superare le otto ore quotidiane. Limitazioni anche sul fronte del carico, che non potrà eccedere il doppio del peso del cavallo.

Pause e scorta d’acqua

A bordo, il proprietario del cavallo dovrà inoltre dotarsi di una scorta adeguata d’acqua, non inferiore a dieci litri. Limitazioni anche sui tempi di sosta, che dovranno essere dotate di una copertura realizzata in materiali idonei a proteggere gli animali dalla prolungata esposizione al sole. All’animale dovrà essere garantita una pausa di 15 minuti ogni due ore di lavoro.

Carrozze in giro fino a 37 gradi

Tema centrale dell’ordinanza ha riguardato la temperatura soglia oltre la quale gli animali si dovranno fermare nelle fasce di rischio. Secondo quanto previsto dall’atto firmato dal sindaco, nelle giornate con temperatura pari o superiore ai 37°, le carrozze si dovranno fermare nella fascia oraria dalle 13,00 alle 15,30. In caso di allerta meteo “rischio 3” (ovvero allerta rossa), diramato con bollettino dal Dipartimento della Protezione Civile, il divieto di circolazione è esteso nella fascia oraria che va dalle 12,30 alle 16,00.

Multe dai 25 ai 500 euro

Previste sanzioni amministrative in caso di violazioni all’ordinanza. Multe che saranno inflitte ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 267/2000. Fonte primaria che già ha ispirato la precedente ordinanza e che prevede al suo interno l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria dai 25 ai 500 euro. Ciò, si legge nell’atto del sindaco, “salvo che il fatto costituisca reato”.

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