Iniziano le accuse, nemmeno troppo velate, ai giudici della difesa (e non solo), dopo che la Cassazione ha demolito le accuse della presunta trattativa Stato-mafia, con i giudici della sesta sezione che hanno confermato l’assoluzione per gli ex investigatori del Ros, per l’ex parlamentare Marcello Dell’Utri e riconosciuto la prescrizione per il boss di Cosa Nostra, Leoluca Bagarella e per il medico Antonino Cinà, ritenuto vicino a Totò Riina.

L’amarezza di Fiammetta Borsellino

Non nasconde la sua amarezza, Fiammetta Borsellino. La figlia minore del giudice Paolo Borsellino è a Bologna dove ha incontrato oltre mille studenti per parlare del padre, del depistaggio, e dei tanti misteri che ancora avvolgono le indagini sulla strage di via D’Amelio. “Non ho letto la sentenza, quindi preferisco non entrare nel merito del processo trattativa, però una cosa la voglio dire: c’è chi ha costruito le loro carriere su questo processo, immeritatamente. Sa quale è il danno più grande? – dice la Borsellino in una intervista all’Adnkronos – Questo processo, come altri prima, sono stati celebrati fuori dalle aule di giustizia, prima ancora che si esaurissero nei tre gradi di giudizio. A prescindere dalla innocenza degli imputati”.

I giudici ospiti in trasmissioni televisive

Fiammetta Borsellino se la prende, senza mai citarli, con i magistrati dell’accusa che sono stati ospiti in numerose trasmissioni televisive. “L’ho trovato un comportamento scorretto che fa male alla società tutta – dice – , è assurdo che tutti conoscano un processo di questo tipo solo perché mediaticamente è stato pubblicizzato, mentre nessuno conosce processi come il ‘Borsellino quater'”. “Io mi soffermo sul fatto che prima ancora che finisse l’iter giudiziario – aggiunge Fiammetta Borsellino – sono stati pubblicizzati da chi li aveva in carico, ripeto: prima ancora della fine del processo. E’ un atteggiamento che ho sempre criticato”. “Poi, è ovvio che la giustizia debba fare il suo corso, ma è deontologicamente scorretto fare una operazione del genere. Ribadisco che su questo c’è chi ha costruite delle carriere, sul nulla. Su processi che poi si sono dimostrati dei fallimenti. Ne faccio una questione deontologica”.

I giornalisti “complici”

“E’ un messaggio brutto da dare alla società – aggiunge Fiammetta Borsellino – che alla fine si costruiscono carriere su processi che vengono pubblicizzati prima della fine del processo”. E aggiunge: “Ci sono stati anche giornalisti che sono stati complici di operazioni del genere… c’è tutto un sistema che va dietro al potere”. “Queste persone hanno raggiunto questa fama, che non è fondata su nulla se non sull’autorefenzialità. E il messaggio che si da ai giovani non è positivo. Passa il messaggio che basta scrivere libri o andare in tv per diventare famosi”.

E conclude: “Non commento la sentenza ma il comportamento portato avanti in questi anni, lo ripeto. Una operazione altamente scorretta”.

Costa: “Interessante le carriere di questi magistrati”

“Interessante osservare la carriera dei magistrati che hanno sostenuto la tesi della Trattativa Stato-Mafia. Un Pm ha fondato un partito, un altro è stato eletto al Csm, così come il Gip, un altro è andato ai vertici del Dap e ora collabora con il Governo. Un altro fa il senatore”. Lo scrive su Twitter il vicesegretario di Azione Enrico Costa.

Lombardo: “Chiarire le responsabilità”

“La Corte di Cassazione ha messo la parola fine al processo sulla trattativa Stato-Mafia. Ora però bisogna essere conseguenti e chiedersi: quali sono le responsabilità di chi, dentro la magistratura e dentro la politica, ha costruito la propria carriera su un castello di carta?”. Lo scrive su Twitter il Senatore di Azione Marco Lombardo.

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