Ancora una volta la Sicilia spaccata in due, ancora una volta le infrastrutture danno segni di cedimento costringendo alle dovute misure e provvedimenti.
Stavolta a far precipitare i siciliani nell’incubo di una ‘via crucis’ di interruzioni senza limiti di tempo è quanto accaduto sull’A19 Palermo-Catania, lungo il viadotto Fiumetorto.
Ciò che si è verificato nei pressi di Termini Imerese nelle ultime ore, non può non far venire alla mente spiacevoli parallelismi con quel che è accaduto ormai più di quattro anni fa sul ponte Himera.
Seppur con le dovute differenze, che rendono le due situazioni del tutto diverse è inevitabile ripensare a ciò che è accaduto nel lontano 10 aprile 2015, o meglio ancora agli obiettivi che non si sono raggiunti.
I lavori lì procedono a ritmo di lumaca, e quei 270 metri sono diventati ‘una vergogna nazionale’. Nei giorni scorsi è stata la Cisl ancora una volta a far suonare il campanello d’allarme su ritardi e rinvii non più accettabili.
“Sono passati quattro anni e mezzo da quel 10 aprile 2015 e ancora è tutto fermo mentre stanno per partire i lavori per il Ponte Morandi a Genova. Quanto dovremo aspettare ancora?”. Hanno scritto in una una nota firmata dal segretario generale regionale Sebastiano Cappuccio e, con lui, da Leonardo La Piana, segretario generale della Cisl di Palermo Trapani e da Paolo Danca e Dionisio Giordano, numeri uno delle federazioni regionali Cisl degli edili (Filca) e dei trasporti (Fit).
“Da oggi – ha sottolineato il sindacato – sul sito della Cisl siciliana, CislSicilia.it, inseriremo un contatore per indicare quanti giorni sono passati dal crollo del pilone e quanti ne trascorreranno prima del completamento dei lavori-lumaca”.
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