Il settore dei matrimoni rischia di nuovo il collasso dopo la pubblicazione del Dpcm de 18 ottobre che limita a 30 la partecipazione degli invitati ai matrimoni, stoppando di fatto la maggior parte delle nozze. Pochissime le coppie che hanno deciso di sposarsi nonostante le limitazioni. I telefoni di sale, fotografi, noleggi auto, fioristi, musicisti, non smettono di squillare. Nozze rimandate e lavoro perso per migliaia di lavoratori.

All’indomani dell’ulteriore Dpcm il movimento spontaneo, Italian Wedding Industry, insieme ad una delegazione di rappresentanti delle categorie della filiera degli eventi, ha ottenuto un nuovo tavolo di confronto con il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.  “Confermo la mia posizione a sostegno del settore degli eventi e del matrimonio – dichiara il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – come ho già ampiamente comunicato a seguito della pubblicazione del Dpcm, che ha drasticamente limitato l’intera filiera, nel regolare svolgimento del proprio lavoro. Mi impegno a inviare a Roma una mia delibera di Governo, in cui vengano rappresentate le istanze delle migliaia di categorie coinvolte che, in meno di una settimana, hanno visto, di nuovo, sfumare le prenotazioni e tutto il fatturato dei prossimi mesi, mentre erano impegnate nel disperato tentativo di ripartire, con grande onestà e spirito di sacrificio, sulla base delle macerie create dalla prima ondata della pandemia”.

Oggi, all’alba di un nuovo periodo costellato da incertezza, IWI continua a rappresentare centinaia di migliaia di posti di lavoro, con intere famiglie ridotte sul lastrico. “Le nuove norme hanno lasciato ad alcuni settori uno spiraglio di luce, ma soprattutto il tempo necessario per adeguarsi ai protocolli sanitari nella elargizione del proprio servizio – dichiarano Barbara Mirabella, Umberto Sciacca e Luca Damiani co-founder del movimento nazionale Italian Wedding Industry –. Chiediamo al governo centrale di consentire anche al comparto della event industry, impegnato da mesi nel riformulare gli assetti organizzativi delle cerimonie e degli eventi aggregativi, di dar prova del senso di responsabilità e del grande rispetto che nutre nei confronti della drammatica emergenza sanitaria in cui versa l’intero Paese”.

“Si abbia il coraggio di dire lockdown” dichiarano i rappresentanti dei numerosi codici ateco e delle categorie aderenti ad Italian Wedding Industry, che auspicano vengano attivati subito ammortizzatori sociali concreti per rialzarsi e continuare a garantire sostegno economico a migliaia di professionisti. Date le restrizioni che prevedono la presenza di soli 30 ospiti ai banchetti e che non garantiscono un minimo break even per la sopravvivenza degli imprenditori, il movimento chiede, tra l’altro: misure a sostegno degli affitti, a vantaggio dei locatari con l’obbligo di rinegoziare canoni affitto più bassi in proporzione alle riduzioni di fatturato subite; finanziamenti a fondo perduto; sospensione per un anno dei contributi sugli stipendi dei dipendenti; prolungamento della cassa integrazione (attualmente pagata fino al mese di giugno); “un anno bianco”, cioè di sospensione di ogni tipo di tassazione che, senza fatturato, non sarà possibile pagare, IVA inclusa; indennizzi sugli oneri di magazzino da calcolare sulle rimanenze degli acquisti relativi all’anno 2019/2020; tutela dei dipendenti stagionali, che a causa degli annullamenti degli eventi, rimarranno disoccupati per la stagione 2020/2021.