“Il 23 maggio del 1992 dirigevo come direttrice presso il carcere di massima sicurezza di Termini Imerese. Avevo conosciuto Giovanni Falcone nel 1986, quando fui trasferita come vice-direttrice al carcere Ucciardone. Si celebrava allora il maxi-processo. Non millanto, come va di moda, amicizie e confidenza con Falcone ma, nei nostri brevi incontri istituzionali, capii di avere davanti un magistrato straordinario, profondo conoscitore del fenomeno mafioso e delle sue implicazioni sociali. Ammiravo in lui la sua capacità di analisi, la determinazione e lo spirito di servizio”. Questo il racconto di Rita Barbera, candidata sindaco di Palermo. 

“Ho pianto i servitori dello Stato”

Rita Barbera è stata per anni direttrice d’istituti penitenziari. Durante la sua carriera nell’amministrazione penitenziaria ha lavorato negli Istituti di Parma, Marsala, Termini Imerese, Castelvetrano, San Gimignano e Palermo dove ha diretto anche l’Istituto Minorile “Malaspina”. Nel corso della sua carriera ha anche incontrato il giudice Giovanni Falcone. “Ho speso oltre metà della mia vita a rappresentare lo Stato e le sue leggi nella più estrema delle sue frontiere – racconta la candidata sindaco di Palermo indipendente – Ho dovuto conciliare, spesso con grande difficoltà, le legittime esigenze di sicurezza sociale con il diritto a trattamenti ispirati a umanità delle persone detenute che mi sono state affidate nel tempo. In questa complicata posizione ho dovuto tenere in equilibrio pesi contrapposti anche quando la sensibilità dell’opinione pubblica spingeva ora in un senso ora nell’altro in preda all’emotività degli accadimenti del momento”. E aggiunge, “Ho pianto i servitori dello Stato caduti per mano mafiosa e ho difeso finché ho potuto il diritto alla dignità, nel rispetto delle leggi, dei loro assassini, quando sono stati assicurati alla giustizia”.

“Occorre prendere le distanze dalla mafia”

“Per quanto detto, avverto dentro di me forte il diritto/dovere di richiamare al rispetto della memoria di chi ha sacrificato la propria vita alla lotta alla criminalità organizzata. “Mai più mafia!”, questo è il principio sacro e inviolabile cui devono ispirarsi tutti i candidati a qualunque carica politica e in special modo in questa città. Non può, non deve e non c’è un’altra strada. Occorre, senza fuorvianti giri di parole, prendere ufficialmente le dovute distanze da chi ha un passato che calpesta la memoria di quanti sono caduti. È doveroso senza se e senza ma rifiutare con sdegno ogni dichiarazione di appoggio o di endorsement proveniente da questi soggetti. Questo mi aspetto da Roberto Lagalla: una dichiarazione chiara e inequivocabile di rifiuto di appoggi di questo tipo. Spero che ciò avvenga nell’immediato e che la competizione elettorale si possa svolgere in un clima di serena contrapposizione d’idee e progetti sul come fare risorgere la nostra Palermo”.

A Palermo i manifesti contro Forza Italia e DC

“Make mafia great again” con il logo della democrazia Cristiana che diventa “Democrazia collusa”. “Forza mafia” che richiama il logo del partito di Berlusconi. Il centro di Palermo si risveglia tappezzato di manifesti che prendono di mira il partito di Totò Cuffaro, la democrazia Cristiana Nuova, e Forza Italia.

Clima sempre più pesante a Palermo

Si fa sempre più pungente il clima della campagna elettorale a Palermo condita da aspre polemiche. E si ripresenta così il tema degli appoggi che fanno storcere il naso tra mancati inviti ai candidati sindaci alle celebrazioni per il trentennale delle stragi e botta e risposta più o meno violenti dagli schieramenti che sono scesi in campo per le amministrative palermitane. Politica e mafia, insomma, è il tema che infiamma la dialettica politica di queste settimane a Palermo.

Attacco a DC e di Forza Italia

Così qualcuno ha pensato bene di continuare a mettere benzina sul fuoco tappezzando il centro di Palermo con manifesti che riprendono i simboli della DC e di Forza Italia e accostandoli alla criminalità organizzata. La Democrazia Cristiana diventa nei manifesti “Democrazia Collusa”, Forza Italia, diventa, invece, “Forza Mafia”. I due partiti sono a sostegno della candidatura a sindaco di Palermo di Roberto Lagalla, che in questi giorni si è dovuto smarcare con difficoltà dalle polemiche.

Indagini della Digos

Sulle affissioni abusive di questi manifesti anonimi indaga la Digos che sta verificando chi ha effettuato le affissioni per risalire ai responsabili del ‘messaggio’ che è stato veicolato