In un’ordinanza il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo ha deciso di vietare sul territorio comunale la vendita di oggettistica, come ad esempio souvenir, che richiamino in qualche modo alla mafia. Parliamo quindi di oggetti come quelli che ritraggono il padrino, armi, coppole o roba simile.
Il sindaco: “Non va bene neanche l’indifferenza”
Il provvedimento è stato così giustificato dal primo cittadino: “Deve essere continuamente e fortemente contrastato ogni tipo di atteggiamento, anche di mera indifferenza, di favore nei confronti della mafia, – si legge nell’ordinanza – promuovendo iniziative culturali, sociali ed amministrative idonee ad eliminarne alla radice la capacità lesiva del fenomeno mafioso”.
Il tributo di Cinisi nella lotta alla mafia
In particolare Palazzolo ricorda che Cinisi è stata segnata dal tragico fenomeno mafioso, con l’omicidio di Peppino Impastato nel 1978, il militante di Democrazia proletaria ucciso perché aveva osato denigrare e denunciare pubblicamente il boss del paese Tano Badalamenti. “Ogni anno a Cinisi – evidenzia il primo cittadino – si riscontrano migliaia di presenze di visitatori, provenienti da tutto il mondo, e molti di loro si recano nel territorio al fine di rendere omaggio alla straordinaria storia di Peppino Impastato, eroe antimafia che ha contribuito in modo determinate, non solo al cambiamento culturale di Cinisi, ma dell’intero Territorio nazionale”.
Le sanzioni prevedono multe sino a 500 euro
I commercianti che violeranno tale disposizione rischiano una multa da 100 a 500 euro. Nello specifico il divieto è quello di “vendere qualsiasi tipo di oggetto, souvenir, gadget che inneggi o semplicemente richiami anche ‘in termini positivi’, in qualunque modo e forma, alla mafia ed alla criminalità organizzata in genere”. All’interno della stessa ordinanza Palazzolo motiva questo divieto con il fatto che tali oggetti “mortificano la comunità cinisense, da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità e nel contrasto alla mafia. Ancora oggi persiste il rischio concreto che la subcultura mafiosa possa trovare nuova linfa in atti, comportamenti ed atteggiamenti tendenti a creare le condizioni sociali per una rivitalizzazione del fenomeno mafioso”.
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