Sono ben cinque le norme regionali contenute nella Finanziaria 2016 della Regione siciliana impugnate ormai più di un mese fa dal Consiglio dei Ministri. Norme senza un effetto diretto e immediato sui conti della Regione o almeno senza effetto devastate e prive di affetti anche sulle tanto sbandierate riforme, ma che hanno effetti sulla gestione della cosa pubblica. Impugnative alle quali Palermo si è ormai abituata avendo visto impugnate tutte le riforme più e più volte

Ma non avendo rilevanza mediatica queste cinque impugnative sembrano essere state dimenticate dalla Regione. Almeno per tre di esse, infatti, non c’è traccia di modifica in aula o di resistenza davanti alla Corte Costituzionale avverso il provvedimento del Consiglio dei Ministri.

Di fatto, allo stato attuale, le norme sono tutte legge della Regione anche se pende la spada di Damocle di un possibile annullamento da parte della Corte Costituzionale. C’è, dunque, il rischio concreto che gli uffici siano ‘costretti’ ad applicare leggi che potrebbero produrre effetti ‘illegittimi’ e dunque poi da riparare e risarcire.

Si tratta, in particolare, della norma che trasforma le concessioni per gli impianti di distribuzione di carburante in semplici autorizzazioni, di quella che estende l’esenzione dal pagamento del bollo auto per le vetture storiche anche con 20 anni di vita e soprattutto dell’ecotassa ovvero l’imposizione fiscale ai comuni che non rispettano le quote di differenziata e che si sarebbe scaricata sulla tari che pagano i cittadini di quei comuni e dunque sarebbe stata una doppia batosta. Almeno queste tre norme potrebbero produrre effetti economici in qualche caso devastanti.

L’ultima in particolare, ovvero l’ecotassa ai Comuni, potrebbe perfino incidere sugli accordi presi con il governo centrale per il nuovo piano rifiuti e sui costi della tassa per i cittadini. Ma la Regione resta in assoluto silenzio

“Il governo Crocetta ha il dovere di fare chiarezza su come intenda muoversi – dice Marco Falcone capogruppo di Forza Italia. Corriamo infatti seriamente il rischio di dare seguito a norme che potranno essere annullate da un successivo provvedimento della Consulta, e a pagare le conseguenze saranno ancora una volta i siciliani”.

“Forza italia chiede a Palazzo d’Orleans come intenda procedere con le norme relative all’ecotassa sui rifiuti e ai bolli per le auto storiche di pregio, provvedimenti impugnati dal governo centrale – prosegue Falcone –. Il gruppo di Forza Italia all’ARS presenterà un’interpellanza parlamentare, chiedendo al governo regionale di prendere posizione ufficiale”.

I rischi ci sono anche se, in teoria, un eventuale danno erariale derivante da una norma annullata dovrebbe ricadere su chi l’ha promulgata, dunque, in questo caso, il presidente della Regione e l’assessore all’economia. Ma con l’abolizione del controllo preventivo da parte del  Commissario dello stato anche il concetto di ‘promulga’ della legge viene depotenziato e dunque anche la catena di responsabilità diventa incerta dando adito a pensare che a pagare saranno sempre e soltanto i cittadini.

Leggi anche

Niente soldi da Roma neanche oggi

La trappola della postilla negli accordi romani

Slitta la riforma dei rifiuti

La riforma dei rifiuti e la nascita del nuovo carrozzone Eser