Nasce un Osservatorio permanente, al fine di creare un dialogo interculturale con i Paesi dell’area del Mediterraneo e favorire lo scambio di informazioni sulle rispettive normative in materia socio-sanitaria e la formazione del personale dei Paesi aderenti alla Comem, la Conferenza degli Ordini dei medici euro Mediterranei.

È il frutto di un protocollo d’intesa firmato dal presidente dell’Assemblea Regionale siciliana, Gianfranco Miccichè e dal presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Palermo (Omceo), nonché vicepresidente del Comem, Toti Amato.

La Comem, Conferenza degli Ordini dei medici euro Mediterranei, è nata nel 2007 grazie ad un accordo fra l’Omceo di Palermo e gli Ordini dei medici di Albania, Algeria, Belgio, Egitto, Francia, Giordania, Italia, Marocco, Portogallo, Spagna, Siria, Tunisia, Libano, Libia e Cipro.

Obiettivo dell’intesa, della durata di 3 anni, sarà quello di “studiare forme di collaborazione con i paesi dell’area del Mediterraneo”, al fine di condividere forme di armonizzazione e di confronto in materia socio-sanitaria. A coordinare i lavori dell’Osservatorio sarà il presidente Amato e tutte le attività si svolgeranno a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici.

“E’ un fatto estremamente positivo lo scambio medico-scientifico tra la Sicilia e i Paesi del Mediterraneo da cui sicuramente trarremo un reciproco vantaggio e un’ulteriore crescita”, ha detto il presidente Miccichè.

Per Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, nonché vicepresidente del Comem, “sebbene il Comem sia nato come strumento propulsore di pace nei Pesi del Mediterraneo e come supporto socio-sanitario della popolazione, grazie a questo protocollo, sarà possibile mettere in campo, oltre ai progetti di cooperazione assistenziale, anche percorsi formativi mirati per integrare competenze e conoscenza medica tra i professionisti italiani e i camici bianchi dei 15 Paesi aderenti alla Conferenza – ha detto -. Si apre una nuova fase di collaborazione istituzionale, dove mi auguro possano avere un ruolo di primo piano tutti gli atenei siciliani”, ha concluso.