Il giudice per l’udienza preliminare Rosario Di Gioia ha condannato a un anno e mezzo di carcere per lesioni aggravate l’ispettore capo di polizia Tonino Prontera, accusato di avere picchiato una donna in commissariato. Per lui pena sospesa.

La vicenda risale al 2016

La vicenda risale a febbraio 2016 ed era stata denunciata ai carabinieri il primo marzo successivo. Pochi mesi dopo, la procura aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo.

Il gip Marco Gaeta, però, aveva accolto l’opposizione presentata dagli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci, che assistono la vittima. La donna raccontò essersi presentata in commissariato per denunciare il furto del suo cellulare, ma sarebbe stata strattonata e spinta contro il muro con una violenza tale da procurarle una frattura alla spalla, refertata in una clinica privata.

Le indagini furono coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Chiara Capoluongo. Furono esaminati i filmati delle videocamere del commissariato, acquisire la cartella clinica della donna per verificare la compatibilità delle lesioni con l’aggressione che dice di avere subito.

All’inizio gli indagati erano quattro

All’inizio gli indagati erano quattro, ma a processo è finito solo Prontera. Secondo la difesa, fu la donna, in evidente stato di ebrezza, a presentarsi in commissariato con gli abiti strappati dopo la rapina e ad aggredire il poliziotto che fu costretto a difendersi. La difesa preannuncia appello.