Elementi positivi e criticità emergono dallo schema del rendiconto di gestione 2019 approvato, ieri sera, dalla giunta comunale di Palermo.
Da Palazzo delle Aquile fanno sapere che “il Comune non versa più in una condizione di deficitarietà strutturale e ai fini del rispetto dei vincoli di finanza pubblica, l’ente è da considerarsi in equilibrio, in quanto presenta un risultato di competenza dell’esercizio non negativo, pari a 257.961.856 euro.
Le spese di funzionamento, fitti passivi, acqua luce e gas sono state ridotte del 5%, con un risparmio di circa 1,4 milioni di euro. Diminuisce la spesa per debiti fuori bilancio, circa 12 milioni contro i 32 del 2017. I pagamenti a favore delle società partecipate si è attestato a 296 milioni euro, 30 milioni in più del valore dei corrispettivi (269 milioni), il Comune di Palermo ha avviato un consistente programma di recupero dei debiti arretrati.
Già accantonate nel 2019 le perdite registrate da Amat e Rap (rispettivamente 4,4 milioni e 16,2 milioni) sui bilanci 2018. Tra gli elementi negativi, la bassa capacità di riscossione delle entrate proprie: in particolare, il collegio dei revisori ha formalmente stigmatizzato “l’attività posta in essere dai dirigenti responsabili relativamente alla riscossione dei crediti dell’ente e costituenti residui attivi invitando l’amministrazione affinché siano adottate concrete misure finalizzate a rendere effettiva l’attività di recupero dei crediti vantati dall’ente”. Infine, l’accantonamento per disallineamenti e perdite delle società in house è per il 2019 pari a 125.870.449 euro ed è cresciuto di 49.880.737 euro, pari al 65,64%.
“Il consuntivo 2019 – dice il sindaco Leoluca Orlando – conferma diversi dati positivi come il consolidamento del sistema delle partecipate a garanzia dei servizi pubblici”.
“Restano alcune criticità, determinate da una normativa nazionale che mostra la sua inadeguatezza, immobilizzando centinaia di milioni di euro per gli accantonamenti e che invece potrebbero sostenere interventi concreti per le famiglie e le imprese. Emerge – conclude Orlando – la necessità che il consiglio comunale contribuisca con norme adeguate al contrasto all’evasione, fenomeno che ha assunto proporzioni insostenibili”.
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