I carabinieri del Ros, su disposizione della Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, stanno eseguendo un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione su proposta della citata Procura, nei confronti di Giuseppe Guttadauro.
U dutturi che un tempo riceveva nel suo salotto di via De Cosmi, nel cuore della Palermo bene.
Giuseppe Guttadauro, l’ex aiuto primario del Civico diventato capomafia di Brancaccio finito in diverse inchieste.
Nel suo salotto palermitano, il medico boss elaborava strategie mafiose e politiche, riceveva fior di professionisti, uno dei più assidui frequentatori della casa era l’ex assessore Mimmo Miceli. Poi, un giorno il governatore Cuffaro fece sapere che c’era una microspia ad ascoltare tutti i discorsi.
E Guttadauro, Miceli e Cuffaro sono finiti sotto processo e poi anche in carcere.
Guttadauro è soprattutto vicinissimo a Matteo Messina Denaro, suo fratello è cognato del superlatitante. Dopo essere uscito dal carcere ha scelto di trasferirsi a Roma, ufficialmente si dedica solo a opere di volontariato.
I beni sottoposti a confisca, per un valore stimato pari a circa 600.000 euro, sono due società che operano nel settore della edilizia, di cui una titolare anche di 19 libretti al portatore che sono stati parimenti sottoposti al medesimo provvedimento ablativo.
Grazie alle indagini svolte, Giuseppe Guttadauro, già condannato per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa,- è stato valutato quale soggetto sottoponibile a misura di prevenzione in presenza dei presupposti soggettivi previsti dalla normativa vigente.
Dal punto di vista oggettivo, il Tribunale ha ritenuto inoltre provata l’ammissibilità della proposta di confisca, la diretta riconducibilità dei beni al proposto e la sussistenza di sufficienti indizi che hanno indotto a ritenere che i beni siano stati frutto di attività illecite o che ne abbiano costituito il reimpiego e che comunque siano stati sottoposti alla diretta gestione economica e amministrativa da parte di Guttadauro.
Con riferimento ai dati da cui origina il decreto che ha disposto la confisca in argomento, durante le indagini sono stati monitorati, captati e riscontrati i rapporti di Giuseppe Guttadauro con alcuni soggetti (titolari formali delle imprese ma di fatto prestanome dell’esponente mafioso), rapporti questi che hanno chiarito gli interessi diretti e il ruolo direttivo occulto svolto da Guttadauro nella gestione delle società confiscate.
Dopo l’attività tecnica, sono seguiti gli accertamenti patrimoniali afferenti le disponibilità economiche del proposto e dei congiunti, nonché dei formali intestatari delle imprese.
Gli esiti complessivi delle indagini svolte hanno permesso quindi di individuare l’epoca in cui sono state concretizzate la fittizia intestazione delle due società e il connesso occulto investimento da parte di Giuseppe Guttadauro, elementi questi che hanno infine portato alla emissione dell’odierno provvedimento di confisca.
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