Prima sospeso, adesso annullato. La Regione Siciliana mette la parola fine al concorso per 46 agenti forestali finito nella bufera che tanto ha fatto parlare di sé.

Il concorso era già finito nel mirino dopo la diffusione della graduatoria provvisoria. L’elenco degli idonei stilato dopo la prima prova a quiz vedeva al primo posto Alessio Maria Salerno, figlio dell’ex dirigente della Forestale Giovanni Salerno che prima di andare in pensione aveva nominato il presidente della commissione esaminatrice della selezione.

Il figlio del dirigente, in base alla graduatoria, circolata in rete prima che divenisse ufficiale, sarebbe stato l’unico a rispondere a tutte le domande, ottenendo il massimo punteggio, cioè 30. Gli accertamenti ispettivi hanno confermato la situazione di conflitto d’interesse. Alle prove scritte avevano partecipato oltre 21mila candidati a fine settembre tra Catania e Siracusa.

Concorso sospeso, inchiesta Corte dei Conti

Il concorso era già stato sospeso dopo le polemiche. Inoltre la Procura della Corte dei Conti aveva anche aperto un’inchiesta. Adesso arriva la parola fine, attraverso la “comunicazione di avvio del procedimento finalizzato all’annullamento in autotutela” della nomina della commissione esaminatrice del concorso pubblico per esami per l’assunzione di 46 agenti del corpo forestale della Regione. Il provvedimento è firmato dalla dirigente generale del Dipartimento Funzione pubblica, Carmen Madonia.

“Emersa la posizione di conflitto di interesse”

L’ufficio ha motivato l’annullamento della nomina della commissione e dunque della selezione stessa facendo riferimento all’elenco ricevuto proprio dalla commissione d’esame, con i nomi dei 46 candidati da ammettere all’accertamento dei requisiti di idoneità psicofisica ed attitudinale. Ed aggiunge: “a seguito degli accertamenti ispettivi, disposti dal presidente della Regione Siciliana al fine di verificare la regolarità del concorso in oggetto, è emersa la posizione di conflitto di interesse in cui si trovava il dirigente generale pro tempore del comando corpo forestale, allorquando ha designato il presidente della commissione esaminatrice”.

Il Dipartimento così “non ha proceduto ad approvare, come previsto dal comma 3 dell’art. 7 del bando, la graduatoria di merito dei 46 candidati idonei, rilevando che “la mancata astensione rispetto alla predetta designazione e delega da parte del dirigente generale pro tempore del comando del corpo forestale comporta l’illegittimità dei provvedimenti di nomina dell’intera commissione» e che «l’accertamento del vizio di composizione della commissione esaminatrice travolge ogni atto legato e connesso al procedimento concorsuale». L’ufficio regionale sottolinea inoltre che «l’istituto del conflitto di interessi come parametro di legittimità e imparzialità dell’azione amministrativa persegue anche l’obiettivo di tutelare l’immagine e la reputazione dell’amministrazione, in quanto ogni potere amministrativo deve soddisfare il principio di legalità sostanziale”.

Il provvedimento di annullamento