Gli ottimi risultati comunicati ieri con l’abbassamento significativo del contagio da covid19 in Sicilia lasciano ben sperare per le annunciate riaperture. Nel clima di ottimismo crescente anche se accompagnato ancora da prudenza e paura sono rilevanti le conferme epidemiologiche che si attendono giorno per giorno anche per accertare che la progressiva riapertura non coincida con un nuovo incremento del contagio

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 15 di oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.
Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 107.991 (+2.974 rispetto a ieri), su 96.860 persone: di queste sono risultate positive 3.354 (+11), mentre attualmente sono ancora contagiate 1.889 (-22), 1.203 sono guarite (+32) e 262 decedute (+1).

Degli attuali 1.889 positivi, 225 pazienti (-24) sono ricoverati – di cui 13 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.664 (+2) sono in isolamento domiciliare.

Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 63 (0 ricoverati, 77 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 78 (9, 75, 11); Catania, 679 (56, 273, 95); Enna, 225 (23, 167, 29); Messina, 353 (62, 151, 54); Palermo, 378 (51, 138, 33); Ragusa, 37 (4, 50, 7); Siracusa, 54 (19, 160, 27); Trapani, 22 (1, 112, 5).

Dopo il calo consistente di ieri (solo 4 positivi) il dato del contagio torna a risalire leggermente ma resta sempre in fase calante anche rispetto agli ultimi 4 giorni. Alla luce della situazione epidemiologica l’attenzione è sempre più puntata sulle riaperture e sulle difficoltà che derivano da protocolli di sicurezza necessari ma spesso insostenibili.  Ci sono i marittimi delle Eolie che denunciano di essere rimasti fuori d qualsiasi tipo di aiuti nazionali e regionali. Ci sono le agenzie di viaggio che anche potendo non intendono riaprire perchè anche loro si sentono non opportunamente sostenute dal sistema e dimenticate: senza contributi non potranno sostenere neanche la fase di riapertura. C’è il mondo dello sport che deve sottostare a regole inapplicabili e chiede una riapertura rapida e in condizioni in cui si possa operare. C’è il mondo della ristorazione che a sua volta minaccia di non aprire affatto proprio per effetto di n orme che non permetteranno la ripartenza ne l’arrivo dei clienti nei locali. E infine c’è il cinema che si è fermato e che dovrà ripartire con protocolli complessi e costosi e con riempimento parziale e con il rischio di un aumento dei costi e delle diminuzione di clienti ed incassi

L’epedemia forse passa ma i danni che lascia dietro di se dureranno ancora a lungo