Si intravedono spiragli di contenimento dell’epidemia da Coronavirus nel Paese ed anche in Sicilia. Anche se il contagio continua a crescere questo avviene in maniera stabile e controllata mentre nel resto del Paese, dove il problema è molto più grave e i numeri decisamente più preoccupanti rispetto alla Sicilia, si comincia già ad intravedere una tendenza al calo. Non è, però, il momento di abbassare la guardia, al contrario è forse quello più delicato.

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 17 di oggi (lunedì 6 aprile), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 23.464 (+1.560 rispetto a ieri). Di questi sono risultati positivi 2.046 (+52), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.815 persone (+41), 108 sono guarite (+4) e 123 decedute (+7).

Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 106 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 92 (22, 4, 8); Catania, 540 (159, 25, 49); Enna, 271 (168, 1, 15); Messina, 320 (139, 17, 25); Palermo, 260 (74, 29, 12); Ragusa, 47 (7, 4, 3); Siracusa, 79 (44, 25, 7); Trapani, 100 (24, 1, 3).

Degli attuali 1.815 positivi, 637 pazienti (+5) sono ricoverati – di cui 74 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.178 (+36) sono in isolamento domiciliare.

Una buona notizia è stata l’arrivo, ieri, di 40 tonnellate di dispositivi di protezione acquistati dalla Regione in Cina. Un acquisto andato a buon fine grazie all’impegno del partner della Regione UPMC. Una vicenda accompagnata da un tentativo di attribuirsi meriti non propri da parte di altre istituzioni. La vera storia l’ha raccontata il Vice Preidente di UMPC International Bruno Gridelli.

Sul fronte degli eventi di oggi non si segnalano particolari aree di crisi da contagio anche se c’è un altro medico che sarebbe stato contagiato al Pronto soccorso di Siracusa e l’attenzione si sposta sul fonte sociale. Cresce di nuovo l’allarme nelle carceri. Secondo il sindacato di Polizia penitenziaria negli istituti di pena siciliani potrebbe iniziare a formarsi un focolaio di protesta per far ripartire le rivolte delle scorse settimane.

Sempre sul fronte sociale c’è polemica anche sugli aiuti alimentari. I Comuni chiedono la revisione della delibera regionale per l’uso dei fondi. Troppa burocrazia e tempi troppo lunghi che rischiano di rendere inutili gli stanziamenti che servono adesso

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