Ancora sacrifici vengono chiesti ai lavoratori della banca Sant’Angelo che, attraverso un difficile percorso, aveva avviato già nel mese di gennaio 2019 una trattativa con le organizzazioni sindacali attivando gli strumenti previsti dal contratto collettivo nazionale di categoria al fine di giungere a nuovi risparmi sul costo del personale.

Nel mese di luglio 2019 l’azienda ha contrattato uscite di lavoratori tramite il Fondo di Solidarietà di categoria per l’accompagnamento alla pensione, giornate di solidarietà (non lavorate e non pagate), l’abbattimento del valore del buono pasto, la riduzione degli importi erogati in caso di missione ed una serie di trattamenti penalizzanti. La banca però l’1 agosto ha dichiarato che nel primo semestre 2019 per la BPSA “l’utile netto è tornato in segno positivo”, un fatto che ha fatto storcere il naso ai sindacati.

“Qualcosa non quadra – sostiene Giuseppe Gargano, segretario generale Uilca Sicilia -, da un lato si chiedono sacrifici al personale, e dall’altro si comunica il dato rassicurante di una banca che fa utili. Il nostro auspicio è che le banche regionali siano in salute, ed auguriamo alla BPSA di festeggiare un centenario – atteso per il 2020 – di grande successo. Al tempo stesso, manifestiamo perplessità sulla Banca Popolare Sant’Angelo, alla luce delle contraddizioni rilevate”.

Ora i sindacati chiedono la convocazione ai vertici dell’istituto bancario. “Chiediamo con forza che la banca convochi i sindacati per rivedere o revocare i sacrifici precedentemente richiesti perché i comportamenti e le dichiarazioni della BPSA – letti tutti insieme – non sembrano affatto coerenti, soprattutto se consideriamo che gli assessment commissionati a società esterne, molto onerosi, li decide il Top Management; così come l’assunzione di Dirigenti da altre banche; senza considerare l’assenza di trasparenza sulle promozioni al personale, mai comunicate alle OO.SS. e pur richieste più volte.

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