“Gli allarmi lanciati in queste settimane non sono serviti a niente: ancora troppi dipendenti regionali in Sicilia sono costretti a presentarsi in ufficio, nonostante lo Stato abbia imposto lo smart working a tappeto tranne che per rarissimi casi. Una disposizione largamente inapplicata in ogni Provincia e a ogni livello. La scomparsa del Direttore del Parco archeologico di Siracusa Calogero Rizzuto, dovuta secondo le notizie di stampa al Coronavirus e per la quale porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, è la dimostrazione che tutti i dipendenti e le loro famiglie sono ad altissimo rischio: abbiamo già presentato esposti presso tutte Procure siciliane e non ci fermeremo, i lavoratori vanno tutelati e lasciati a casa”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal e Csa-Cisal.

“Ci dispiace apprendere delle preoccupazioni fuori tempo massimo del capogruppo del Pd riguardo la presunta assenza di decisioni del Governo Musumeci sullo smart working per i dipendenti della Regione. In una sola settimana, in piena emergenza coronavirus, abbiamo infatti diramato delle precise direttive ai direttori dei Dipartimenti e già buona parte dei dipendenti – che non svolgono adempimenti per cui è necessaria la presenza fisica in ufficio – si trova in regime di “lavoro agile”.

Lo dichiara l’assessore regionale alla Funzione pubblica Bernardette Grasso, replicando alle parole dell’on. Giuseppe Lupo circa la presunta fase di stallo sullo smart working dei dipendenti della Regione Siciliana. Una replica che è rivolta anche al mondo sindacale.

“Del resto – prosegue Grasso – già il 9 marzo la nostra prima direttiva in merito, ancorata alle indicazioni del Ministero della Pubblica Amministrazione, ha chiarito che il lavoro agile costituisce la via ordinaria per lo svolgimento delle prestazioni dei dipendenti, e così sarà fino alla fine dell’emergenza covid-19. Dopo quell’atto, i direttori generali hanno individuato le attività indifferibili in 24 ore e, via via a cascata, la gran parte degli uffici ha disciplinato al proprio interno l’organizzazione delle misure di contenimento richieste, autorizzando su richiesta fino all’80 per cento dei dipendenti al telelavoro».

“Le direttive prontamente emanate dal Governo Musumeci – aggiunge l’assessore – si accompagnano inoltre al puntuale monitoraggio delle misure adottate per garantire l’assenza di assembramenti e la limitazione della presenza dei dipendenti in ufficio. Una residua percentuale di lavoratori rimane sul posto – specifica l’assessore – poiché utile a garantire quelle funzioni indifferibili, emergenziali e non delocalizzabili individuate dai direttori dei Dipartimenti, e comunque ricorrendo massicciamente alle turnazioni”.

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