Via il prelievo forzoso per il contributo di risanamento alla finanza pubblica. Dal 2020 lo Stato italiano non tratterrà più dai trasferimenti a Comuni ed ex province siciliane i fondi che sono stati trattenuti fino al 2019 e che hanno in gran parte determinato il dissesto degli Enti Locali. La norma che prevedeva questo prelievo di fondi di grande entità scade proprio il 31 dicembre e non sembra ci siano intenzioni di rinnovo anche se non è ancora detta l’ultima parola.

Una boccata d’ossigeno per gli Enti locali e in particolare per quelli in dissesto a iniziare dalle ex province per le quali si è anche raggiunto un accordo Stato Regione che porterà altri 100 milioni da dividere fra le tre città metropolitane e i 6 liberi consorzi. Ma tutto questo basterà ad evitare il tracollo?

Ex Province ed enti locali in dissesto sono stati al centro dell’incontro che si è svolto tra l’assessore regionale per la Funzione pubblica Bernardette Grasso e i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Csa Ral. Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di un’azione “forte e incisiva” da parte della Regione nei confronti del Governo nazionale per poter finalmente risolvere la vertenza delle ex Province e per arrivare a una soluzione concertata per garantire i processi di stabilizzazione dei precari negli enti in dissesto o in riequilibrio finanziario.

L’assessore Grasso ha confermato alle sigle sindacali che dal 2020 lo Stato si dovrebbe fare carico integralmente e direttamente del concorso alla finanza pubblica, eliminando quindi il prelievo forzoso nei confronti delle ex Province.

“Al tavolo abbiamo condiviso alcune soluzioni per affrontare concretamente le problematiche presenti . Per le ex Province che hanno specifiche situazioni economico finanziarie, ci siamo accordati per delle apposite riunioni con il governo regionale e i singoli enti”, dicono dicono i sindacalisti Gaetano Agliozzo e Massimo Raso, Paolo Montera e Mario Basile, Enzo Tango e Luca Crimi, Giuseppe Badagliacca e Santino Paladino.

Tra i punti che i sindacati hanno posto all’attenzione della Regione anche una riduzione del “limite dei 10 anni” per la fuoriuscita volontaria, portandola a 5 anni, “per allargare il bacino di lavoratori e per rispondere ai piani di fabbisogno degli enti”, spiegano i sindacalisti. Inoltre, per il personale precario delle tre ex Province che non è ancora stato stabilizzato, i rappresentanti sindacali hanno richiesto la convocazione di un tavolo regionale alla presenza dei Commissari, in modo tale da trovare un percorso condiviso per le stabilizzazioni.

Il tavolo si aggiornerà ai primi giorni di novembre, dopo l’incontro che l’assessore Grasso avrà con il Governo nazionale.

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