Prevenzione, controlli e monitoraggio. Queste le parole chiave dell’intesa perché la salute e la sicurezza dei lavoratori vengono prima di tutto”. Così il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio, commenta il protocollo siglato oggi dalla Regione siciliana, dalle parti sociali e dalle imprese, che è parte integrante di quello sottoscritto dall’esecutivo nazionale, dai sindacati e dalle aziende.

“L’obiettivo è quello di evitare difformità di azioni e di interventi sui territori – afferma Cappuccio – con quest’accordo si indica una precisa linea d’azione in Sicilia. Ci aspettiamo che sia efficacemente e puntualmente attuato e che si vigili sul rispetto di quanto previsto”.

Fra i punti salienti dell’accordo, l’impegno della Regione ad effettuare i controlli e la vigilanza anche attraverso le Asp provinciali e gli organismi ispettivi. Non è esclusa la riduzione o la sospensione delle attività aziendali, qualora non si riuscissero a garantire le misure di sicurezza. I sindacati svolgeranno un’azione continua di dialogo e di confronto nei luoghi di lavoro, con i responsabili della sicurezza e l’azienda, in modo che le misure siano attuate al meglio grazie all’esperienza di chi opera nelle realtà produttive. Si potranno avviare tavoli di monitoraggio, per verificare che l’accordo sia rispettato chiedendo incontri specifici a tutti i livelli istituzionali. “In questo momento così difficile, ci si deve responsabilizzare tutti – continua Cappuccio – e per questo riteniamo importante che in quest’intesa siano coinvolti i lavoratori e le loro rappresentanze a livello aziendale e territoriale, per garantire una reale tutela della salute e la piena attuazione del protocollo”.

E il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, aggiunge: “Garantire sicurezza e regole nei luoghi di lavoro in questo momento di grande emergenza e’ fondamentale. Così come è importante dare indicazioni alle rappresentanze sindacali e alle imprese. Abbiamo chiesto, inoltre, che ci sia una supervisione da parte delle Asp e delle Prefetture. Questo protocollo è un buon inizio ma la Uil vigilerà affinché le regole vengano rispettate”.

I sindacati da più parti continuano a chiedere l’applicazione dello smart working. 

“Nel pieno dell’emergenza Coronavirus, i dipendenti della Regione Siciliana vanno tutelati: chiediamo al
governatore Musumeci di attivare a tappeto lo smart working, lasciando in ufficio solo il personale strettamente indispensabile. Affidare ai singoli dirigenti questa decisione sta creando il caos e disparità fra
dipendenti che sono inaccettabili, specie quando si mette a rischio la loro salute”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal.

“I decreti del governo Conte sono molto chiari in proposito – continuano Badagliacca e Lo Curto – L’attività deve svolgersi in smart working per tutti, salvo casi eccezionali in cui è necessaria la presenza fisica, e quando non è possibile attivare lo smart working si può esentare il personale: ci risulta però che in troppi uffici si obblighino i dipendenti alla fruizione delle ferie, aggirando le norme. Una situazione inaccettabile e su cui bisogna subito intervenire”.

Stessa richiesta dal Cobas-Codir  che chiedono “nel rispetto di quanto previsto dai provvedimenti nazionali e regionali a oggi emanati a riguardo, di volere emettere un immediato provvedimento straordinario che dia apposita direttiva a tutta la dirigenza di applicare – nell’immediato-l’articolo 87, comma 3, del Decreto Legge “Cura Italia”che prevede espressamente ‘che le amministrazioni possono motivatamente esentare il personale dipendente dal servizio. Il periodo di esenzione dal servizio costituisce servizio prestato a tutti gli effetti di legge e l’amministrazione non corrisponde l’indennità sostitutiva di mensa, ove prevista. Tale periodo non è computabile nel limite di cui all’articolo 37, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3′”.