Parte da Palermo la protesta dei giudici onorari dopo che il Tribunale di Palermo ha sospeso parte delle attività per gestire l’emergenza coronavirus. Il Ministero della Giustizia ha imposto lo stop alle attività dei Palazzi di Giustizia disponendo la sospensione delle udienze monocratiche. L’attività di Tribunali non è stata, come è ragionevole pensare, del tutto fermata. Direttissime, convalide di arresto, processi con misure cautelari a scadenza, sono procedimenti che continueranno ad essere celebrati. Non sono stati sospesi i termini per il deposito delle sentenze o lo scioglimento delle riserve già in corso. Attività, quest’ultime che riguardano anche i giudici onorari, i quali, nonostante debbano recarsi in tribunale per espletarle, non riceveranno alcun compenso. Sì, perché i giudici onorari vengono pagati dallo Stato solo per ogni udienza celebrata (74 euro netti).

A Palermo è il giudice onorario Vincenza Gagliardotto, che rappresenta la Federazione Magistrati Onorari di Tribunale, a lanciare l’allarme che investe l’intera categoria. In un momento in cui è consentito spostarsi solo per questioni lavorative e di salute, gli onorari “sono costretti” a doversi recare in tribunale non percependo alcun indennizzo poiché le udienza al momento sono sospese, e rischiando il contagio, il quale, nella malaugurata ipotesi dovesse arrivare, creerebbe un ulteriore dramma visto che gli onorari non sono sostenuti da alcun sistema di welfare.

Così tra redazione motivi di sentenze, liquidazione di consulenti e avvocati, decreti e ordinanze in riserva, fissazione di rinvii e nuove fissazioni in seguito ai rinvii d’ufficio i giudici onorari fanno al momento un’opera di volontariato non ricevendo alcun riconoscimento economico.

Un trattamento che non riconosce il giusto valore a magistrati che operano in nome dello Popolo Italiano e che rappresentano i pilastri del sistema giustizia. A Palermo, sottolinea la giudice Gagliardotto, i giudici onorari sono quelli che mantengono alte le statistiche che fanno sì che il Tribunale possa assicurarsi maggiori finanziamenti da parte dello Stato. “Per non parlare dei vice procuratori onorari che sostengono il 90% dei giudizi”, aggiunge. In Italia lo svolgimento del 90 % delle udienze è garantito dai vice procuratori onorari con una media personale di 3-4 udienze settimanali. Stessa situazione per i giudici onorari, sia in campo civile sia in campo penale, i quali permettono la definizioni di innumerevoli procedimenti, incidendo sulle statistiche della produttività sino a raggiungere percentuali pari a circa il 50% delle sentenze emesse.

Insomma nel corso degli anni, il magistrato onorario, da supplente – come era stato concepito inizialmente – è divenuto “giudice quotidianamente operante”.

Come se non bastasse, in questi giorni di emergenza, in pochi tribunali la categoria dei magistrati onorari sarebbe stata coinvolta nel sistema di informazione preventiva e sanitaria oltre che di assistenza alla prevenzione contro il coronavirus. In sostanza gli onorari, che ricordiamo sostengono il 90% delle udienze, sarebbero stati snobbati dalle attività di prevenzione legate al contrasto del virus e hanno appreso solo per vie informali della attivazione dei protocolli pur rimanendo del tutto estranei, loro malgrado, alle operazioni.

Le associazioni di categoria dei magistrati onorari hanno chiesto al Governo e ai presidenti dei Tribunali tutele sanitarie, di garanzie di indennizzabilità dell’attività di ufficio, o strumentale alle udienze. In assenza di risposte saranno sospese le attività finora garantite e svolte senza retribuzione fino alla cessazione dell’emergenza.

I giudici onorari sono stati scelti dal Tribunale tramite selezione pubblica e da anni assicurano allo Stato il mantenimento del sistema giuridico. Una recente sentenza del Tribunale del Lavoro di Sassari ha stabilito che “i magistrati onorari sono lavoratori dipendenti” e sono dunque assimilabili a dipendenti con contratto di lavoro subordinato.

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