Ieri il ritrovamento del corpo a pochi metri dal belvedere di Montepellegrino in una scarpata vicino al santuario, oggi la conferma dopo il doloroso riconoscimento da parte dei familiari. Si chiudono nel peggiore dei modi le ricerche di Andrea Capobianco, il 34enne di Caltanissetta del quale i familiari avevano denunciato la scomparsa.

Disposta l’autopsia

Il corpo del 34enne è stato trasferito nell’obitorio del Policlinico per gli accertamenti del medico legale. Il magistrato, alla luce degli elementi acquisiti, ha deciso di disporre l’autopsia che, con ogni probabilità, potrebbe essere eseguita già oggi all’Istituto di medicina legale.
Solo grazie all’esame autoptico sarà possibile stabilire con certezza la causa del decesso e chiarire se la morte del giovane sia riconducibile alla sua volontà di togliersi la vita.

Si erano perse le tracce tre giorni fa

Si erano perse le tracce dell’uomo tre giorni fa, dal 18 gennaio, e pare che da quel pomeriggio il cellulare risultasse irraggiungibile.

L’ultimo messaggio lo avrebbe mandato al fratello Antonio, dicendogli che avrebbe raggiunto Palermo, forse in treno. I familiari, temendo che potesse trovarsi in pericolo, avevano lanciato un appello tramite i social chiedendo a tutti di collaborare nelle ricerche e rivolgendosi anche alla redazione del programma “Chi l’ha visto?”.

Rintracciata l’ultima cella agganciata dal cellulare a Sferracavallo

La polizia, raccolta la denuncia, aveva avviato le ricerche a Palermo utilizzando l’unico dato praticamente disponibile.

Gli investigatori hanno infatti rintracciato l’ultima cella agganciata dal cellulare di Capobianco dalle parti di via Sferracavallo. La questura ha inviato un elicottero che ieri mattina ha iniziato a sorvolare la zona per individuare il giovane. Lentamente il raggio delle ricerche è stato esteso sino a Montepellegrino e alla zona del Santuario.

Dopo ore il personale del Soccorso alpino, richiesto dalla polizia, ha individuato quello che, a distanza, sembrava il corpo di un uomo ormai privo di vita.

I tecnici si sono calati in una scarpata e, dopo l’autorizzazione del pubblico ministero, hanno recuperato il cadavere riportandolo nel piazzale vicino alla statua della Santuzza.

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