“La frode scoperta dalla guardia di finanza di Palermo dimostra che quando non è la mafia a ricevere fondi europei, ci pensano imprenditori disonesti anche con la complicità dei dirigenti della Regione Siciliana. In questo caso ben 7 funzionari pubblici della nostra regione, che dovrebbero tutelare la nostra agricoltura, avrebbero consentito di erogare milioni di fondi europei ad imprese che presentavano carte false e per chissà per quanti anni è avvenuto questo meccanismo. Occorre intensificare i controlli”.

A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao a proposito dell’operazione Gulash condotta dalla Guardia di Finanza che ha svelato un giro di corruzione all’assessorato regionale all’agricoltura e portato all’arresto di funzionari e imprenditori.

“Un meccanismo di illeciti che denunciamo da anni – spiega Corrao – che si muove con disinvoltura dai centri di assistenza agricola agli ispettorati provinciali per l’agricoltura che hanno un ruolo fondamentale di controllo e di valutazione dei progetti nell’ambito del piano di sviluppo regionale. Occorre riformare il sistema dei controlli potenziando quelli a campione, non è più possibile accorgersi dopo anni che sono stati versati milioni di euro indebitamente e poi magari constatare con stupore che siano irrecuperabili. Il mio plauso va al lavoro certosino e tempestivo della Guardia di Finanza e di tutte le forze dell’ordine e procure coinvolte” – conclude Corrao.

Su quanto accaduto intervengono anche i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri, componente della commissione Bilancio all’Ars e Angela Foti, vice presidente della Commissione Attività produttive

“Gli arresti di queste ore – dichiarano – testimoniano purtroppo l’ennesimo caso di truffa ai danni della comunità siciliana, che per colpa di tali pratiche illecite e della commistione tra politica, burocrazia e interessi privati, sta perdendo importanti opportunità di sviluppo. Duole apprendere che la pubblica amministrazione sia coinvolta. Soprattutto il coinvolgimento di persone che gestiscono le misure più importanti del PSR. L’Assessore Bandiera venga a riferire in Aula.

Proprio sul PSR – proseguono Foti e Sunseri – abbiamo presentato decine di atti parlamentari, suggerendo anche soluzioni che farebbero risparmiare tempo e denaro all’amministrazione. Esistono strumenti che permettono la dematerializzazione totale dei procedimenti amministrativi per gli assessorati interessati da bandi, i quali avrebbero garantito agli inquirenti la possibilità di accesso in tempo reale a tutti i documenti, e non avrebbero potuto permettere sostituzioni di documenti e falsificazioni. Tali norme sono previste dal Codice Agenda Digitale, ignorato probabilmente in maniera a questo punto voluta dall’assessorato oggi scosso da tale bufera giudiziaria. Per fare questo serve la volontà politica, che deve essere impressa dall’assessore di turno, ma a quanto pare questa volontà continua a mancare”, concludono i deputati.

“Finché la malapianta della corruzione non verrà sradicata, lo sviluppo della Sicilia verrà inevitabilmente compromesso, ben vengano azioni di repressione della Magistratura e della Guardia di Finanza, cui vanno i nostri complimenti, ma Regione e Comuni devono intensificare meccanismi di controllo”.

Lo affermano i deputati del M5S, componenti della commissione Agricoltura della Camera, Antonio Lombardo e Dedalo Pignatone.

“Ancora una volta – precisano i due deputati – apprendiamo dai media di operazioni orchestrate per lucrare sui fondi europei per l’agricoltura, fatto dalla doppia valenza negativa in una Regione in cui questo settore è in forte crisi. L’assessore Bandiera avvii un’inchiesta interna, parallela a quella giudiziaria, per cercare di mettere a punto meccanismi e comportamenti che prevengano in futuro nuovi episodi di questo tipo”.