Niente di fatto durante il vertice romano del centrodestra che in Sicilia resta per il momento in balia delle divisioni. Si cerca un accordo per le elezioni regionali e per le elezioni amministrative di Palermo. In quattro ore di riunione non si è trovato un accordo, anzi, non sarebbero mancati i momenti di tensione.

Il nodo regionali e amministrative

Al tavolo c’erano Matteo Salvini, Nino Minardo, Licia Ronzulli, Gianfranco Micciché, Saverio Romano, Roberto Di
Mauro, Antonio De Poli. Assente Giorgia Meloni. “Non capisco come si possa parlare di Palermo, delle amministrative, senza parlare della Regione dove, ma forse non se lo ricordano, si vota dopo due mesi. Non c’è uno senza l’altro, le due partite sono collegate”, La Russa ha fatto sapere all’Adnkronos. Ma Salvini ha fatto sapere che durante il vertice non si sarebbe parlato di regionali. La linea dell’ex ministro dell’interno è netta: la Lega rivendica o Palermo o la Regione e punta anche alla seconda.

Il problema dei tanti candidati

C’è un problema da risolvere per Salvini, il numero dei candidati. “Abbiamo un problema a monte – ha detto  – con tutti questi candidati perdiamo”. E la proposta uscita fuori dagli alleati di centrodestra sarebbe quella di ritirare tutti i candidati e trovare una soluzione unitaria. Una operazione non facile visto che parecchi nomi sono già in campagna elettorale. Si tratta di Francesco Scoma per Prima l’Italia, Totò Lentini per gli Autonomisti, Roberto Lagalla per l’Udc,
Francesco Cascio per Forza Italia e Carolina Varchi per Fdi.  Le quotazioni del forzista Cascio sono in caduta libera. E se i berlusconiani vogliono anche la presidenza dell’Assemblea, allora deve cedere qualcosa agli alleati. Ma sullo sfondo ci sono le Regionali. La Lega vorrebbe garanzie sulla candidatura a Palazzo d’Orleans che gli alleati ad oggi non danno.

Un altro vertice in programma

Convincere i cinque in corsa a fare un passo indietro. E’ questa la missione che ora i partecipanti all’assemblea dovranno compiere a Palermo. Tutt’altro che scontato che la missione possa riuscire: soprattutto per Roberto Lagalla e Salvatore Lentini, la campagna elettorale è andata troppo avanti e i due non negano di voler restare su piazza a questo punto. Se la missione dovesse andare in porto però la settimana prossima sarebbero i vertici nazionali dei partiti a raggiungere Palermo per incoronare il prescelto e dare il via alla campagna elettorale.

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