Cateno De Luca è arrivato a Palermo per inaugurare l’inizio della campagna elettorale del portavoce Ismaele La Vardera per le prossime elezioni regionali d’autunno. Lo ha fatto questo pomeriggio nella cornice del Castello a Mare, affiancato dall’europarlamentare Dino Giarrusso e dal neosindaco di Messina Federico Basile. Proprio a proposito del capoluogo peloritano, è arrivata la notizia che alle liste della compagine di Sicilia Vera è scattato il premio di maggioranza. Una vittoria netta al primo turno che rilancia le ambizioni di De Luca in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

De Luca su Lagalla “Poteva fare a meno di Cuffaro e Dell’Utri”

Primo passaggio dell’intervento di Cateno De Luca ha riguardato le recenti elezioni a Palermo. Un voto che ha rilanciato alcuni profili politici poco graditi al candidato alla presidenza della Regione. “Rispetto all’offerta complessiva che i palermitani avevano a disposizione, Lagalla è il meno peggio. Non faccio riferimento alla persona, che sicuramente è squisita e rispettabile. Parlo della geografia politica che ha rimesso in pista dei dinosauri della politica, cosa che noi a Messina abbiamo rifiutato”.

Scelta che, secondo De Luca, avrebbe potuto fare anche Roberto Lagalla. “Si può vincere anche non facendo compromessi al ribasso. Da questo punto di vista, Lagalla poteva vincere anche evitando di dare ossigeno a personaggi che, secondo me, non possono continuare a fare politica. Io non ho gradito tutte queste visite di Dell’Utri, Cuffaro, Lombardo. Tutta una serie di cose che non comprendo. Non capisco perchè Palermo debba avere un sindaco che sarà condizionato comunque da questi personaggi”.

“Meloni molla Musumeci entro una settimana”

L’esponente di Sicilia Vera passa in rassegna il quadro in vista delle prossime regionali. Appuntamento sul quale Cateno De Luca ha già le idee chiare da tempo. “Musumeci deve essere candidato per essere inchiodato alle sue falsità e responsabilità. Per me il quadro è chiaro: io farò il sindaco di Sicilia con Musumeci candidato per il centrodestra, dinosauri compresi, e la Chinnici come candidata indicata da Lombardo al centrosinistra”.

Un profilo, quello di Nello Musumeci, sul quale De Luca ipotizza una riflessione nel centrodestra più ampia rispetto a quella fatta da Gianfranco Miccichè e che possa coinvolgere perfino la leader di Fratelli d’Italia Giorga Meloni. “Alle Amministrative si è visto il risultato di Fratelli d’Italia: si è fermata a 8 punti percentuali, a Palermo a 10, nonostante nelle liste ci fossero anche i candidati di ‘DiventeràBellissima’. Allora Giorgia Meloni deve capire che Nello Musumeci porta iella da un punto di vista politico. Glielo avevo mandato a dire, adesso mi auguro che abbia capito. Ve lo dico: Meloni tra una settimana mollerà Musumeci, ne sono convinto. Il mio auspicio è che Musumeci si candidi lo stesso e sia inchiodato alle sue responsabilità davanti agli elettori, ma senza i partiti non può correre manco come presidente di condominio”.

“Dopo le elezioni mi hanno chiamato tutti, il primo Miccichè”

A domanda diretta dei cronisti presenti, De Luca rimanda al mittente un possibile dialogo con Gianfranco Miccichè, richiamando un precedente del passato. “A marzo 2018 mi era stato chiesto da Miccichè di diventare il candidato del centrodestra. Io ero dato quarto nei sondaggi. Ho rifiuto perchè la mela del peccato non la voglio mangiare. In quell’occasione ho dato una lezione di stile e di rinnovamento che non si può solo decantare, ma si deve praticare”.

Il candidato alla presidenza della Regione ammette di essere stato contatto dal leader di Forza Italia, anche se non ha risposto. “In queste quarantotto ore si sono fatti sentire tutti. Il primo è stato Miccichè, ma lo devo ancora richiamare. Sarà pure incazzato – scherza De Luca, per poi tornare serio -. Come è stato nel 2018, la nostra linea è chiara: pretendiamo rinnovamento. Non mi chiamo Musumeci che, per fare il presidente a tutti i costi, mi alleo anche con coloro che prima definivo delinquenti che si nascondevano dietro la gonna puzzolente della DC”.

“Aprire a Calenda e Ferrandelli? Si, ad alcune condizioni”

Con riguardo alle possibili alleanze, non può passare inosservata la presenza dell’ex pentastellato Dino Giarrusso. Un dialogo, quello fra De Luca e l’europarlamentare, incentrato sulla creazione di un soggetto politico di stampo nazionale. “Noi con Dino Giarrusso stiamo ragionando su un progetto più ampio. La Sicilia sarà laboratorio politico per le elezioni nazionali. Noi vogliamo creare un movimento che ci metta nelle condizioni di dareu na chiave diversa della questione meridionale“.

Passaggio poi sui possibili dialoghi regionali, in particolare sul palermitano. In merito ad una possibile interlocuzione con l’ex candidato sindaco di +Europa-Azione Fabrizio Ferrandelli, De Luca non chiude la porta, anche se sottolinea le possibili ingerenze dei leader nazionali, in particolare di Carlo Calenda. “Ferrandelli è simpatico, è elegante, non dice brutte parole. E’ un pupetto ed è pure intelligente. Il problema di Ferrandelli è: quanto è condizionato da dinamiche nazionali? Calenda è venuto a Messina e mi ha insultato. Io l’ho mandato a quel paese. Tutti i leader nazionali hanno parlato contro De Luca, cosa che mi ha portato all’exploit”.

Il dialogo con la Lega su Messina

Battuta infine sul cosiddetto modello Messina, ovvero l’interlocuzione con il parlamentare della Lega Salvatore Germanà, che ha portato ad un asse tecnico con la compagine di Prima L’Italia. “Io ho posto tre condizioni a Prima l’italia: la prima è che l’accordo era di tipo tecnico; la seconda è che si dovevano liberare di una serie di dirigenti, cosa che hanno fatto; la terza è che quando ho visto Salvini a Roma, io gli ho chiesto di non mettere piede a Messina perchè la Lega è dentro al Governo Musumeci. Dopodiche, all’accenno delle Regionali, ho detto che fino a quando rimarranno dentro alla Giunta, non abbiamo niente da dirci. L’uomo coraggioso che ha accettato queste condizioni è Germanà. Le ha trasferite a Roma ed è diventato un modello messinese. Ora se questo può essere esteso a livello regionale non dipende da me. E’ chiaro che fare un repulisti come quello di Messina è molto più complicato”.

 

 

 

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