“Sono rimasto addolorato da una affermazione che ieri ho colto nell’intervista di un dirigente politico che diceva che non è più tempo di candidare i familiari delle vittime di mafia. Considero questa affermazione volgare nel suo senso profondo, non so se fosse rivolta al sottoscritto o a Caterina Chinnici a cui ho già espresso la mia solidarietà. Ma l’idea che ancora qualcuno coltiva che i familiari delle vittime di mafia siano una sorta di sottospecie zoologica da trattare come tale, come se portassero addosso la lettera scarlatta, lo considero un pensiero regressivo, offensivo e violento da quale intendo distaccarmi”. Lo dice Claudio Fava all’Ars riferendosi alle dichiarazioni del segretario provinciale del Pd palermitano, Rosario Filoramo, che ieri in una intervista aveva detto “non è più il tempo per candidare i parenti delle vittime di mafia”.

Anche il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, a margine della conferenza stampa sulle primarie di coalizione delle forze progressiste, ha detto a proposito delle dichiarazioni di Filoramo, che “la parola e il tono dell’Intervista tradiscono il pensiero unitario e condiviso che è emerso tra tutti gli organismi e gli altri segretari di federazione”.

Le parole di Filoramo

Queste le parole di Rosario Filoramo durante l’intervista: “Questo è il tempo del ritorno alla politica. Devono essere i politici a metterci la faccia. Il Pd deve candidare un suo dirigente politico. Non è più il tempo per candidare i parenti delle vittime di mafia. Se si rompe un rubinetto chiami un idraulico, se stai male vai dal medico. Questo è il tempo in cui ci vuole un politico”

Ed ha continuato: “Provenzano è un nome buono, spendibile. Ma anche un deputato regionale, un dirigente di partito. Insomma bisogna metterci la faccia. E’ il momento dell’impegno personale e non mediato. Non è più tempo di nascondersi dietro un dito”