Dall’apertura ad un campo largo che veda gli autonomisti di Raffaele Lombardo invitati al tavolo al rischio astensionismo a seguito della crisi di governo che fa salire la tensione dentro la coalizione. Le primarie siciliane rischiano di restare un esperimento in embrione e di fallire prima del voto.

Quaranta dirigenti del Pd annunciano che non voteranno e criticano mancato allargamento e scelte del partito, nomi dei candidati e percorso di scelta

Fava con un post contro l’idea campo largo

Con un post pubblicato su Facebook, Claudio Fava, candidato alle primarie del centrosinistra, interviene nel dibattito innescato dalle dichiarazioni di Caterina Chinnici circa la possibilità che il cosiddetto “campo largo” per le elezioni regionali comprenda anche Raffaele Lombardo.

“Ho grande stima per Caterina Chinnici – afferma Fava nel suo video – ma devo chiarire che l’apertura fatta a Lombardo e agli autonomisti è per me del tutto irricevibile. Innanzitutto, perché andrebbe a mettere in discussione lo spirito profondo delle primarie, che erano e restano “primarie del centrosinistra” che vuol dire mettere insieme movimenti, partiti, civismo, associazioni e cittadini che in questi anni si sono opposti al Governo Musumeci e al suo pressapochismo e alla sua arroganza”.

No a chi è stato parte del governo Musumeci

“Raffaele Lombardo è stato parte integrante di questo governo, esprimendo assessori e prendendo le sue quote di sottogoverno. Lombardo resta una colonna portante del centrodestra in Sicilia. Ma il problema non è solo quello della coerenza politica – continua Fava – per cui se vuoi governare in modo diverso e lontano da come è stato governato negli ultimi cinque anni non lo fai con chi ha governato in questi cinque anni. Vi è anche un preciso giudizio politico su Raffaele Lombardo come Presidente della Regione. Giudizio che certamente sarà diverso da quello di Caterina Chinnici che di Lombardo è stata Assessore per due anni. Quello Lombardo è stato il
peggiore governo della storia: un governo che ci ha portato ad un passo dal dissesto finanziario, che ha presentato un bilancio con 7 miliardi di disavanzo e ha iscritto 14 miliardi di crediti inesigibili, giusto per abbellire i conti, che ha creato 54 partecipate, metà delle quali col bilancio in rosso, usando i fondi europei per clientelismo e sottogoverno”.

L’attacco al governo di 10 e più anni fa

“Un Governo, quello di Lombardo che ha gestito la Sicilia e la Regione come una cosa privata. Insomma, il peggior governo della storia. E noi vorremmo riconsegnare la Sicilia ai vecchi padroni di allora? Lo chiedo al Partito democratico e ai suoi elettori, lo chiedo agli elettori del Movimento 5 Stelle, del cui gruppo dirigente registro il
silenzio su questo tema: davvero pensiamo che sia questa la discontinuità che proponiamo? Che non ci sia alternativa al rimettere Lombardo e i suoi amici sul trono? Che non ci sia alternativa a governare con i padroni di sempre. Io vi dico che non è così e lo dirò fino all’ultimo giorno di questa campagna elettorale. Se diventerò
Presidente della Regione – conclude l’ex presidente dell’antimafia – nel Governo Fava Raffaele Lombardo non entrerà mai”.

Chinnici tenta di spegnere la polemica

“Mi dispiace per le polemiche che sono nate, io ho detto semplicemente che è normale che l’attuale alleanza che vede insieme durante queste primarie Pd, M5s e Claudio Fava debba andare verso un ampliamento naturale che veda la partecipazione di Azione, +Europa e Italia Viva. Su altri potenziali e non potenziali ampliamenti deciderà l’intera alleanza. Questo è il mio pensiero, non ho detto altro” risponde l’eurodeputata Caterina Chinnici.

“Sono una persona che dialoga con tutti – ha aggiunto Chinnici -e certamente la coalizione deve essere ampliata ma questo era già in sé ancor prima di iniziare il percorso delle primarie – ha aggiunto Chinnici – tuttavia è chiaro che i partiti destinatari di questo ampliamento sono quelli che ho citato prima e non altri, altre possibili alleanze saranno il Pd e gli alleati a deciderle e penso che già il segretario regionale del Pd Anthony barbagallo si sia espresso sul punto”. Sull’impatto alle regionali su una possibile fuoriuscita dal governo dei grillini

Floridia a Fava e Chinnici

Una risposta, però, arriva in m lodo indiretto non dal Pd ma dalla candidata 5 stelle. In primo luogo Floridia attacca sul cavallo di battaglia pentastellato “Volete aiutarci a difendere il reddito di cittadinanza dal tentativo delle destre di demolirlo?”. È la domanda che Barbara Floridia, candidata del Movimento cinque stelle alle primarie del fronte progressista ha posto agli altri due candidati Claudio Fava e Caterina Chinnici nel corso di un incontro a Messina.

Il reddito di Cittadinanza

“Il Reddito – ha proseguito – può essere migliorato, certo, magari sotto il profilo dei controlli, ma sta aiutando tanti italiani. Lo ha certificato l’Istat: grazie a questa misura c’è un milione di poveri in meno nel nostro Paese. E in Sicilia ha avuto anche un altro effetto benefico: togliere manovalanza alla mafia provocando persino le lamentele dei boss”.

“Insieme all’aiuto per i più poveri, – ha aggiunto Floridia – il Movimento ha voluto il Superbonus, che ha prodotto oltre 600 mila nuovi posti di lavoro, come certificato dall’istituto Nomisma. Un esempio di come la transizione ecologica, per il Movimento, non sia un concetto vago, ma la strada per un reale sviluppo. Così come lo è il digitale: non a caso abbiamo stanziato 600 milioni per la formazione dei cosiddetti Neet, giovani che non studiano ne’ lavorano, per imparare uno dei cosiddetti green jobs, i lavori digitali, appunto”.

Le Zes e lo sviluppo

“Perché però la crescita di una terra come la Sicilia sia tangibile, – ha spiegato Floridia – serve che tutti facciano la propria parte. La Regione guidata dalla destra, invece, sta ponendo un freno allo sviluppo. Faccio due esempi: nel 2019 abbiamo stanziato in tutta Italia un miliardo, 86 milioni solo in Sicilia, per il potenziamento dei Centri per l’impiego, anche grazie a nuove assunzioni, per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Ebbene, la Regione si è svegliata solo adesso, a ridosso delle elezioni, con le selezioni. Altro esempio riguarda la Zes Sicilia orientale: dei 55 milioni stanziati dallo Stato, 54 sono andati nel Catanese, feudo elettorale di Musumeci e dei suoi fedelissimi. L’ennesima dimostrazione di come questo governo regionale non abbia alcuna capacità progettuale. La Sicilia merita molto di più”, conclude Floridia.

Il rischio astensionismo

Ma poi Floridia entra nel merito dei pericoli che stanno correndo le primarie. “Mi preoccupa l’astensionismo. Mi rivolgo a quella parte di cittadini che non è andata a votare alle comunali. E’ vero che le regionali sono un’altra cosa, così come le Primarie, ma mi rivolgo ai disillusi affinché sentano la verità del mio racconto: mi preoccupa che l’attenzione sia sulla caduta del governo Draghi e non si parli più dei cittadini e delle misure che non stanno per avere”.

I dirigenti che si rifiutano di votare

Ma non ci sono solo i cittadini. nella Sicilia centrale  c’è un gruppo di dirigenti di partito che non voterà e lo esterna con un documento. “Ci siamo confrontati, abbiamo condiviso malesseri e malumori e abbiamo fatto ciò che il nostro partito ha deciso di toglierci. Abbiamo DECISO insieme cosa fare, pertanto non ci iscriveremo alle primarie e dunque non voteremo per nessun candidato. E ’una scelta molto sofferta che non vuole per niente disconoscere lo strumento delle primarie” scrivono una quarantina di dirigenti del Pd al culmine di una lunga lettera in tre cartelle nella quale contestano il mancato allargamento della coalizione e la scelta verticistica dei candidati dai quali non si sentono rappresentai

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