“Il centrodestra in Sicilia ha un valore elettorale storico non indifferente. Cinque anni fa Musumeci vinse con il 37%, se prendiamo in considerazione anche le ultime politiche, possiamo ipotizzare cosa accadrà nei collegi uninominali della Sicilia: se non tutti, una stragrande maggioranza andrà al centrodestra. Riscontriamo un forte avanzamento del centrodestra”.
In un’intervista telefonica con l’Italpress, Antonio Noto, alla guida dell’Istituto demoscopico Noto Sondaggi, ha analizzato gli esiti del sondaggio presentato dalla società di ricerca in merito alle imminenti elezioni regionali in Sicilia del 25 settembre, effettuato su un campione di mille elettori residenti sull’isola, disgregati per sesso, età e area di residenza.
Rilevazioni che, su un campione rappresentativo di tutta la popolazione elettorale, mostrerebbero un predominio della coalizione di centrodestra nelle intenzioni di voto.
Il candidato di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Renato Schifani, si assesterebbe infatti intorno al 42%, mentre il Partito Democratico inseguirebbe con una percentuale del 25% di preferenze per Caterina Chinnici. Il Movimento 5 Stelle, che negli scorsi giorni ha rotto l’alleanza progressista correndo da solo con Nuccio Di Paola, potrebbe ottenere secondo il sondaggio il 15% dei consensi.
Pd-M5s insieme? Insidierebbero il Centrodestra
La somma dei due schieramenti, qualora fosse stata mantenuta l’unità della coalizione, avrebbe dunque avuto la capacità di insidiare il centrodestra: “E’ lo stesso fenomeno che stiamo registrando a livello nazionale, se si fosse creato un campo largo questo sarebbe alla pari con la coalizione del centrodestra, la stessa cosa accade in Sicilia – ha spiegato Noto – Se si sommano le intenzioni di voto a favore del centrosinistra con quelle per il Movimento 5 stelle, sarebbero quasi alla pari con il centrodestra. Ma la politica non è solo una sommatoria di numeri, non essendoci questo tipo di alleanza sul piatto”.
Rispetto ad altri sondaggi, sarebbe ridimensionata la percentuale di voti attribuita a Gaetano Armao del terzo polo Azione-Italia Viva, che risulterebbe fermo al 4%, e dell’indipendente Cateno De Luca, intorno al 12% secondo la rilevazione di Noto Sondaggi: “Il fenomeno De Luca è forte, lo quotiamo al 12%, è pur sempre un dato elevato.
Le elezioni siciliane, un pò come in tutto il sud Italia, non sono caratterizzate solo dalla forza di gravità del presidente, ma anche dalle liste e dai candidati delle liste – ha precisato Noto – De Luca è penalizzato dalle liste, ne ha cinque ma solo due sono presenti in tutto il territorio regionale, una non è nemmeno presente a Palermo. Anche la forza della coalizione diviene un volano che porta consenso. Il 12% è un dato positivo, ma è lontano dalla possibilità di aspirare alla vittoria”.
Le dinamiche tra Regionali e Politiche
Infine, uno sguardo alle differenze sostanziali tra le dinamiche del voto alle regionali in Sicilia e quelle legate alle elezioni Politiche che si terranno nella stessa tornata del 25 settembre: “Una cosa è il voto alle regionali, un’altra quello alle politiche. Il primo è influenzato dai candidati forti delle liste, mentre nel voto nazionale non c’è voto di preferenze – ha aggiunto – Una coalizione può avere più consensi alle elezioni politiche che alle regionali. Oltre al candidato presidente contano tanto anche i candidati delle liste – ha concluso – che invece a livello nazionale contano meno di zero non essendoci il voto con le preferenze”.
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