Una richiesta forte di impegno per il bene della città e un richiamo all’attenzione.
Così si è concluso l’incontro, tenutosi venerdì scorso, presso il teatro esterno dell’Istituto Don Bosco Ranchibile di Palermo, tra Corrado Lorefice, arcivescovo della città, e i sei candidati a sindaco in vista delle elezioni amministrative del 12 giugno.
Nel corso del dibattito, durato un’ora e trenta, Lorefice ha poso ai candidati domande circa la loro visione di Palermo e cosa intendano fare per amministrare la città. La serata si è conclusa con una domanda precisa dell’arcivescovo ai candidati.

La domanda ai candidati

“Questa città – ha detto Lorefice – chiede solo una cosa: essere soci dei martiri-testimoni di Palermo. Siete disposti ad essere soci di Falcone e Borsellino, del generale Dalla Chiesa e di Don Pino Puglisi? Palermo ha bisogno di questo”.

La vita concreta e l’essenziale

Prima della domanda ai candidati, l’arcivescovo di Palermo li ha in qualche modo ‘bacchettati’.
“Ci si confronta – ha detto – sulla vita concreta e nel segno di un dialogo che non perda di vista l’essenziale.
Quale è l’essenziale? Ultimamente – ha spiegato sfilandosi l’anello e mostrandolo – mi viene spesso di ripensare al significato di questo anello che mi è stato consegnato il 5 dicembre 2015 nella nostra cattedrale (il giorno in cui venne nominato arcivescovo di Palermo, ndr).
Io venivo da Modica e mi è stata consegnata una città. Una città che va amata. Io non amo solo i cristiani e questa è ormai la mia città, alla quale sono legato indissolubilmente. Questo anello non lo tolgo nemmeno la notte”.

Una città complessa

“Non sappiamo chi di voi sarà sindaco – ha aggiunto Lorefice -. Ma il vostro servizio si colloca all’interno di date strategiche. Abbiamo vissuto il 23 maggio e siamo protesi al 19 luglio. Il 3 settembre ricorrerà il quarantesimo anniversario dell’uccisione del generale Dalla Chiesa. E vi ricordo che il prossimo anno sarà il trentennale dell’omicidio di Don Pino Puglisi.
Vi rimando a questi testimoni, perché loro vi chiederanno esclusivamente di amare questa città. Lo chiederanno a voi e a chi vi metterete accanto per governarla. Attenzione, questa è la sintesi. Ma lo dico senza paternalismo: questa città, che deve essere governata nella sua complessità, vi chiede solo di essere soci di questi testimoni”.

L’intervento di Lorefice è stato più volte interrotto dagli applausi dei presenti che hanno apprezzato le sue parole e il suo riferimento alle vittime di mafia che si sono sacrificate per il bene della città e della Sicilia intera. Martiri e vittime che hanno saputo immaginare un futuro diverso per Palermo e la Sicilia ma non solo.
Vittime che hanno combattuto, e pagato con la vita, per una società affrancata dal giogo del malaffare.

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