Focolaio di Covid all’interno del carcere Pagliarelli, a Palermo, Trenta detenuti sono risultati positivi al Covid19.
“Come avevano purtroppo preannunciato, le carceri e la Polizia Penitenziaria si confermano delle vere trincee contro il coronavirus, è in questo momento di pandemia era chiaro che non volevamo corsie preferenziali, ma solo la consapevolezza che gestire focolai di contagio nelle carceri non solo e complicato ma potrebbe essere anche pericoloso su altri versanti”. Così i segretari regionali di Calogero Navarra Sappe, , Davide Scaduto Osapp, Gioacchino Veneziano Uilpa Polizia Penitenziaria, Domenico Ballotta, Fns Cisl, Francesco D’Antoni Uspp, Alfio Giurato Fp Cgil.
Per i leader regionali dei sindacati della polizia penitenziaria questa è la conferma che con la firma del protocollo sanitario protocollo in tema di prevenzione e contenimento del rischio da contagio da Covid 19 nei luoghi di lavoro e nei servizi degli Istituti penitenziari e sedi dell’amministrazione penitenziaria, che avverrà il 20 gennaio si alzeranno le barriere verso il contagio dal coronavirus.
“L’opportunità di avere questo strumento, – continuano i sindacalisti regionali è stata utilissima, e dobbiamo dare atto che il capo del Dap Presidente Bernando Petralia e il Provveditore Regionale della carceri Siciliane Cinzia Calandrino, insieme all’assessore alla Salute Ruggero Razza con una costante ed incessante interlocuzione hanno accelerato per risolvere le questioni sollevate dai sindacati. Per quanto riguarda la situazione dei detenuti contagiati nel penitenziario Palermitano, l’ASP di Palermo ha inviato otto medici dell’Usca per fare tamponi a tappeto a tutti i detenuti e da lunedì al personale, siamo certi concludono i sindacalisti che l’amministrazione a tutti i livelli di responsabilità gestirà al meglio la grave situazione, aumentando l’impegno di una maggiore tutela verso i lavoratori della Polizia Penitenziaria che a causa del proprio incarico si vedono costretti a combattere con questo virus che circola in un modo viscido e che non consente margini di errori nel difficilissimo compito di gestione dell’ordine pubblico all’interno delle carceri, ragion per cui è necessario accelerare al massimo la campagna di vaccinazione tra il personale e i detenuti”.
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