“E’ necessario accelerare i tempi per l’avvio del pagamento dalla cassa integrazione in deroga come disposto dal decreto Cura-Italia per tutelare 100mila lavoratori siciliani e più di 35mila aziende che stanno attraversando una profonda crisi a causa dell’emergenza coronavirus”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
“Chiediamo al Governo regionale e in particolare all’assessore regionale al lavoro, Antonio Scavone – continua Orlando – di intervenire tempestivamente sollecitando gli uffici preposti ad inviare nel più breve tempo possibile tutti i decreti finalizzati ad attivare gli ammortizzatori sociali, all’Inps. Non possiamo permetterci che in piena pandemia oltre al danno, si aggiunga anche la beffa, con il risultato che i lavoratori siciliani vengano penalizzati rispetto ai lavoratori di altre regioni e siano costretti a subire tempi di attesa più lunghi per beneficiare delle indennità necessarie alla sopravvivenza in un momento così difficile”.
Un appello peraltro già lanciato dai sindacati nei giorni scorsi dai sindacati: a Cgil e la Funzione pubblica siciliane hanno chiesto all’assessore regionale al Lavoro “che si metta fine allo scaricabarile delle responsabilità e che la Regione faccia tutto il possibile per accelerare l’erogazione ai lavoratori delle indennità di cassa integrazione in deroga”. Sono 38 mila le istanze presentate dalle
imprese, di queste 1.100 sono in istruzione, 360 sono state inviate all’Inps ma ancora neanche una istanza è stata esitata. Il decreto e il successivo accordo quadro sui criteri di erogazione delle risorse sono stati firmati circa un mese fa. A istruire le pratiche sono i Centri dell’impiego, con una task force di 140 unità.
“Personale altamente qualificato- scrivono in una nota Alfio Mannino e Gaetano Agliozzo, segretari rispettivamente della Cgil Sicilia della Fp- che ha però ricevuto le credenziali di accesso alla piattaforma solo il 16 aprile e fino a 22 aprile per il suo malfunzionamento non ha potuto trasferire all’Inps alcun decreto. L’assessore al lavoro- sottolineano Mannino e Agliozzo- invece di aprire infruttuose polemiche all’indirizzo del personale si adoperi per metterlo nelle condizioni di lavorare, partendo in primo luogo col dotarlo di una strumentazione tecnico- informatica che funziona”.
All’assessore al lavoro i due esponenti sindacali contestano anche “la precarietà in cui versa il Dipartimento lavoro. Il governo regionale- dicono- ha la responsabilità di non avere programmato un ricambio al vertice di alto profilo , vista la delicatezza dell’incarico, dopo il pensionamento del dirigente pro-tempore, affidando l’interim a un altro dirigente che ha dovuto lasciare appena un mese dopo”.
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