La direzione di COESO PROJECT, associazione nazionale a tutela dei coreografi freelance e delle compagnie di danza emergenti, sosterrà il sit in promosso da ASSODANZA ITALIA e dalla sezione dedicata agli artisti freelance ADI COLLECTIVES, che si terrà il prossimo 30 ottobre a Roma.

“Riteniamo che, in questo momento, sia necessario unire le forze di tutti gli addetti ai lavori del compartimento DANZA in un’unica direzione, che possa dar voce a quella che si paventa come la più grande crisi del settore spettacolo/danza mai accaduta nel tempo – dice la responsabile delle relazioni pubbliche COESO PROJECT ,membro associato, ASSODANZA ITALIA COLLECTIVES, la siciliana Melissa Zuccalà di Valguarnera. “Ci troviamo di fronte alla costante denigrazione della dignità lavorativa e, senza sottigliezza alcuna, veniamo puntualmente considerati tra i “lavoratori superflui e sacrificabili. Questo è inaccettabile. Chiediamo a gran voce di sospendere immediatamente questo clima di terrore verso la nostra professione”.

L’associazione nazionale a tutela dei coreografi freelance e delle compagnie di danza emergenti, COESO PROJECT, chiede al Governo nazionale di tutelare queste attività e sui lavoratori, considerati tra i più abituati al rispetto delle regole, alla disciplina e alle gerarchie sin dalla tenera età.

“La nostra protesta è legata esclusivamente alla volontà di porre rimedio ai continui provvedimenti che, in maniera ostinata e irrispettosa, mortificano la dignità lavorativa di tutto il comparto di categoria – aggiunge la Zuccalà che ricorda come la COESO PROJECT sia ponte tra il mondo dilettantistico delle scuole di danza e il professionismo dello spettacolo dal vivo.

”Dati alla mano, durante questo periodo tutti i comparti del settore si sono votati al rispetto rigoroso delle regole seguendo tutti i protocolli igienico sanitario e, i pochissimi spettacoli dal vivo effettuati non hanno in alcun modo contribuito alla diffusione del virus COVID-19. Le sale da danza e i teatri sono, in maniera inequivocabile, dei luoghi sicuri. A riprova, dico, che una danzatrice della mia giovane compagnia è risultata positiva in seguito ad un contagio familiare, ma nessuno degli altri membri della compagnia, o i compagni di classe, compresa me, è stata contagiata. Questa è la prova che i protocolli, se messi in atto correttamente, funzionano. Non vogliamo restare inascoltati. Vogliamo la nostra dignità lavorativa. Non vogliamo essere i capri espiatori di questa pandemia” conclude Melissa Zuccalà.