L’epidemia di Covid19 e la crisi economica che sta generando mette in ginocchio anche bar e ristoranti, chiusi ormai da settimane, ma non solo.

Una emergenza senza precedenti che sta coinvolgendo anche chi lavorava nella movida e che non sa quando potrà tornare pienamente operativo. In questi giorni si è iniziato a parlare timidamente di ‘ripartenza’ e di ‘fase 2’, ma non ci sono ancora regole certe – bisognerà continuare a monitorare l’andamento dei contagi -, le attività commerciali riapriranno a tappe e non sarà tutto come prima.

Una situazione drammatica sulla quale vuole accendere i riflettori, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni, Loredana Novelli, presidente dell’associazione Siciliae Mundi.

“E’ un problema serio – dice Novelli – del quale non si parla. Mi riferisco a tutti i lavoratori della movida. Penso al mondo della movida allargato ai ristoratori, pub, bar, enoteche, locali gastronomici e tanto altro. Un vero e proprio mondo che ieri dava da mangiare a tanta gente come camerieri, banconisti, pizzaioli, barman, cuochi, sommelier, responsabili di sala, personale per la pulizia, personale di sala, addetti all’intrattenimento musicale, eccetera”.

Prosegue Novelli: “Si tratta di un mondo dimenticato da tutti, eppure questa gente esiste. Un mondo dove ognuno aveva la propria identità che oggi è perduta”.

Sul futuro nessuno sa dare certezze né rassicurazioni.

“Una parte di questi lavoratori – spiega ancora la presidente di Siciliae Mundi – riprenderà a lavorare forse a fine maggio, altri ancora forse a fine anno. La cassa integrazione, il ‘forse’ è ancora d’obbligo, partirà a fine aprile o maggio. Chi era in disoccupazione, scaduti i termini, non avrà soluzione. Moltissimi, al momento del manifestarsi dell’epidemia, erano in cerca di un lavoro o comunque speravano nella stagione estiva. Chi riuscirà a trovare lavoro potrà dire di aver acchiappato una ‘perla rara’. Intanto sono passati due mesi, altri ne passeranno e questa resterà una parte di popolo ‘dimenticata’”.

Come farà chi è rimasto fuori da benefici e aiuti di qualunque tipo? Che fine faranno tutte le attività commerciali che ruotavano intorno alla movida?

Una domanda rilevante alla quale nessuno per il momento sa dare risposta.

Certo è che bar e ristoranti, solo per fare un esempio, dovranno riorganizzare gli spazi per limitare le occasioni di contagio. Non basterà infatti la distanza di un metro tra i tavoli, e queste attività saranno costrette a ridimensionare il numero dei propri clienti con effetti ovviamente negativi sugli incassi.

Discorso a parte spetta alla riapertura delle discoteche, dove evitare assembramenti è assai difficile: ingressi scaglionati sì, ma certamente saranno alla fine della lista della ripartenza che ci si augura possa avvenire presto ma con il senso di responsabilità di tutti a salvaguardia della propria ed altrui salute. 

 

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