Di fronte alla recrudescenza della pandemia da Covid19 e alle carenze di medici anestesisti-rianimatori e dell’Emergenza-Urgenza “è necessaria l’immediata assunzione dei medici in formazione degli ultimi due anni e la stabilizzazione degli specialisti ancora precari”. Lo chiede l’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac) in una lettera inviata alle Aziende e agli Enti SSN, alle Regioni e per conoscenza al ministro della Salute e al presidente del Consiglio. “Non abbiamo abbastanza medici rianimatori per gestire i posti aggiuntivi di terapia intensiva”, afferma il presidente Aaroi Alessandro Vergallo.

“Non abbiamo abbastanza medici rianimatori per gestire i posti aggiuntivi. Nel periodo pre-pandemico i posti delle rianimazioni erano poco più di 5.000. Attualmente – dice Vergallo – abbiamo già moltissime difficoltà a gestirne 1.800 in più con l’organico disponibile, non implementato come sarebbe stato necessario”.

Di certo, ha affermato, “ora la situazione è abbastanza critica in tutta Italia, mentre a Milano e Napoli è già particolarmente critica. Stiamo raddoppiando i ricoveri in Rianimazione ogni 9-10 giorni; bisogna capire se le ultime misure saranno efficaci, altrimenti -. avverte il presidente degli anestesisti – ci troveremo nel giro di una decina di giorni in una situazione veramente critica”.

Da qui la lettera inviata alle Regioni, in cui si chiede l’immediata assunzione degli specializzandi “per garantire la tutela della salute pubblica nel miglior modo possibile nella situazione di grave emergenza attuale e – prevedibilmente – futura”. L’Aaroi-Emac chiede dunque di procedere ad “assunzioni a tempo determinato, con inquadramento contrattuale con qualifica dirigenziale e trattamento economico proporzionato alla prestazione lavorativa resa, evitando di ricorrere a contratti di lavoro atipici”.

“Il reclutamento di medici in Formazione in Anestesia e Rianimazione è fondamentale per affrontare l’emergenza – afferma Vergallo -. In questo ambito, in cui la carenza è significativa e dove, per la peculiarità della disciplina, non è possibile in alcun modo ricorrere ad altre figure specialistiche, la collaborazione degli specializzandi degli ultimi due anni rappresenta una boccata di ossigeno. Altrettanto può dirsi per i Pronto Soccorso, anch’essi in sofferenza, per quanto riguarda gli specializzandi in Medicina d’Emergenza e Urgenza”.

L’Aaroi-Emac sottolinea inoltre “la necessità di procedere il più rapidamente possibile alla stabilizzazione a tempo indeterminato del gran numero di specialisti a tutt’oggi ancora precari. Le situazioni di precariato – avverte Vergallo – hanno causato e causano innumerevoli situazioni di gravi difficoltà organizzative del lavoro negli ospedali”.