Il deserto totale del centro di Palermo diun qualunque venerdì sera. Sta tutto lì il significato delle misure anti covid19, Misure che al momento non mostrano alcun beneficio. Misure assunte perchè non si è stati capaci di dare una risposta sanitaria all’epidemia e si torna a cercare risposte nell’azzeramento dei contatti sociali. Scelte difficili che rischiano di ingenerare tensioni sociali crescenti.

In questo clima si muovono le associazioni di categoria che cercano di resistere allo sconforto.

Proclamare lo stato di crisi e convocare un tavolo di confronto permanente con le associazioni datoriali. Dopo una riunione con tutti i componenti della giunta provinciale sulle grandi difficoltà provocate dalle nuove restrizioni anti Covid, sono queste le richieste di Confesercenti Palermo all’amministrazione comunale.

Parte, dunque, da Palermo un invito alla condivisione di misure e interventi che può essere esempio di buon senso per tutta la Regione.

L’associazione ha inviato una lettera al Comune di Palermo nella giornata di ieri, precisando che “a subire gli effetti negativi delle misure introdotte dal nuovo Dpcm sono soprattutto il settore della ristorazione e tutto l’indotto del turismo. Basti pensare che Palermo, da sempre tra le città d’arte più apprezzate a livello internazionale, ha registrato negli ultimi sette mesi un crollo della domanda turistica che supera il 60 per cento rispetto a quello del precedente anno”.

Un crollo che si ripercuote inevitabilmente su ogni genere di attività, dagli esercizi commerciali alle botteghe degli artigiani, fino ai servizi. “Per questo – scrive Confesercenti Palermo – gli aiuti messi in campo a livello nazionale con il Decreto Cura Italia, il Decreto Liquidità e ora con il Decreto Ristori, così come le misure introdotte a livello regionale con la Legge di stabilità, non sembrano dare il giusto sostegno a tutte le imprese che rischiano di chiudere per sempre”.

“Senza una strategia politica che prevede provvedimenti equi – sottolinea – si rischia di mettere a repentaglio definitivamente il futuro di tutto il tessuto economico del nostro territorio. La proclamazione dello stato di crisi e l’avvio di un confronto tra le categorie e l’amministrazione comunale, può permetterci di valutare misure e soluzioni condivise per aiutare le imprese a uscire da questo momento di profonda difficoltà”.