Covid19 all’Ufficio NEP (Notificazioni Esecuzioni Protesti) della Corte di appello di Palermo.
Un ufficiale giudiziario è stato ricoverato in ospedale dopo avere contratto il virus, un assistente giudiziario è risultato positivo ieri mentre per altri due sospetti sono in attesa dell’esito del tampone.
Per questa ragione – dopo che il dirigente dell’Ufficio ha segnalato numerose assenze di personale– il presidente della Corte d’appello, Matteo Frasca, ha disposto che fino al 30 settembre l’accettazione delle richieste di notificazione ed esecuzione sia limitata agli atti giudiziari con scadenza processuale nella medesima giornata o nelle 24 ore successive.
Gli uffici Nep – nel palazzo ex Eas – sono stati sanificati domenica scorsa e la Corte d’appello ha riformulato all’Asp la richiesta di nuovi test sierologici, già avanzata il 9 settembre, anche per il personale del Nep.
Intanto il caso dell’ufficiale giudiziario risultato positivo al tampone Covid 19 preoccupa la Uil Pubblica Amministrazione Sicilia, impegnata in questi giorni in un’azione di protesta in merito all’assenza di adeguate condizioni di sicurezza e benessere per i dipendenti degli uffici della cittadella giudiziaria del Tribunale di Palermo.
Nei giorni scorsi Alfonso Farruggia, segretario generale della Uilpa Sicilia, aveva acceso i riflettori sul pericolo in atto, a seguito della notizia, confermata, del magistrato e dell’avvocato contagiati, sottolineando l’inefficacia dei provvedimenti adottati dall’amministrazione e, in qualche caso, anche la scarsa sensibilità nei confronti dei lavoratori, invitati a provvedere a spese proprie all’effettuazione del test.
Comportamenti fortemente stigmatizzati dalla sigla sindacale, dichiaratasi sin dall’insorgenza del virus, favorevole al mantenimento dello smart working a oltranza: nei mesi scorsi, proprio Farruggia era intervenuto nel dibattito con gli avvocati e aveva manifestato fortissime perplessità in merito al ritorno negli uffici e alla ripresa delle regolari attività, pur nella consapevolezza della necessità di salvaguardare il lavoro del comparto forense.
“Oggi sono gli stessi avvocati, attraverso il loro Ordine professionale – commenta l’esponente della Uil – a chiedere con forza ciò che noi ripetiamo da mesi: resisi conto della nocività degli assembramenti, come dichiarato dagli stessi a mezzo stampa e dopo avere proclamato lo stato di agitazione della categoria, sostengono ora la necessità di rivedere l’organizzazione del lavoro sotto il profilo delle udienze, della celebrazione secondo orari differenziati e persino dell’implementazione degli strumenti telematici: le istanze che la Uilpa, in sintesi, ha da sempre indicato come prioritarie”.
Commenta con Facebook