Mentre si discute, anche animatamente, di Fase 2 e di ‘ripresa’ dopo il lungo lockdown, arrivano i risultati delle proiezioni fatte dagli esperti dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, coordinato dal professore Walter Ricciardi, Direttore dell’Osservatorio e Ordinario di Igiene all’Università Cattolica e dal dottor Alessandro Solipaca, Direttore Scientifico dell’Osservatorio.
Dal Rapporto emerge che la fine dell’emergenza Covid19 in Italia potrebbe avere tempi differenti nelle diverse regioni del Paese in relazioni ai numeri del contagio e all’andamento dell’epidemia.
Buone notizie per il Sud Italia, dove l’azzeramento dei nuovi contagi potrebbe verificarsi tra la fine del mese in corso e l’inizio di maggio. In Lombardia, la regione italiana maggiormente colpita, non prima della fine di giugno, così come nelle Marche – in entrambe le regioni infatti, il trend, sebbene in diminuzione, è ancora lento – mentre in Emilia Romagna e in Toscana non prima della fine di maggio. Nel Lazio dopo il 12 maggio.
Nelle regioni del Sud Italia l’azzeramento dei nuovi contagi dovrebbe iniziare tra la fine del mese di aprile e l’inizio di maggio: ad esempio Sicilia 30 aprile; Calabria primo maggio; Puglia e Abruzzo il 7 maggio; Campania il 9 maggio.
“In questo momento è quanto mai necessario fornire una valutazione sulla gradualità e l’evoluzione dei contagi, al fine di dare il supporto necessario alle importanti scelte politiche dei prossimi giorni”, dichiara Solipaca.
“L’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane ha effettuato una analisi con l’obiettivo di individuare, non la data esatta, ma la data prima della quale è poco verosimile attendersi l’azzeramento dei nuovi contagi – spiega ancora Solipaca – e si basa sui dati messi a disposizione quotidianamente dalla Protezione Civile dal 24 febbraio al 17 aprile”.
L’epidemia si sta riducendo ma ancora con estrema lentezza. Sempre secondo le proiezioni dell’Osservatorio, le prima regioni a ‘uscire’ dal contagio dovrebbero essere la Basilicata e l’Umbria, che il 17 aprile contavano solo 1 e 8 nuovi casi.
I ricercatori invitano alla cautela e sottolineano che il passaggio alla Fase 2 dovrebbe avvenire in maniera graduale e non simultaneamente in tutta Italia, ma con tempi diversi da regione a regione.
Insomma, al momento bisognerà ancora tenere a bada la frenesia per uscire dal lockdown.
La rilevazione dei contagi, inoltre, potrebbe essere sottostimata “a causa dei contagiati asintomatici e del numero di tamponi effettuati“.
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