- Cosa nostra approfitta della Pandemia per fare proseliti
- Cosa Nostra sostituisce i propri legami a quelli sociali interrotti
- C’è una pedagogia mafiosa difficile da spezzare
“Le mafie stanno approfittando di questo tempo di pandemia e di emergenza sanitaria, economica e sociale, per le mafie questa è l’occasione di una maggiore penetrazione nella società anche perché approfittano del flusso di aiuti alle imprese e alle persone in difficoltà”.
L’intervento passato quasi inosservato
Questo è uno dei passaggi dell’intervento dell’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, in occasione della videoconferenza promossa dal “Centro Pio La Torre” nel 39° anniversario dell’uccisione per mano mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo; un incontro che si è svolto nell’ambito del “Progetto educativo antimafia duemilaventi-duemilaventuno”. Un intervento passato parzialmente inosservato nella mole di interventi di una memoria ormai sempre uguale a se stessa e affievolita dalla pandemia ma che vale la pena di estrapolare
Non ignorare la forza della mafia
“Non possiamo ignorare – ha proseguito l’Arcivescovo – la forza della mafia che prospera da sempre sul disagio sociale, culturale ed economico. Ricordo le parole di Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli Tutti, lì dove afferma che le paure, la solitudine, l’insicurezza di tante persone che si sentono abbandonate dal sistema costituiscono un terreno fertile per le mafie e la criminalità organizzata che spesso si presenta come “soccorritrice” di chi vive situazioni di disagio e precarietà. C’è una ‘pedagogia’ tipicamente mafiosa che, con un falso spirito comunitario, crea legami di dipendenza e di subordinazione dai quali è molto difficile liberarsi. Penso anche alla violenza di genere che è esplosa in questo tempo in molte città, compresa la nostra Isola, qui in Sicilia, anche tra adolescenti e giovani. C’è bisogno di un nuovo spirito comunitario che ci aiuti a uscire insieme dai problemi concentrando le migliori energie emerse in questo tempo di prova a causa della pandemia”.
Ritrovare nuovo spirito comunitario
“Nessuno si salva da solo”, ci ricorda ancora Papa Francesco, ci si può salvare unicamente insieme; c’è bisogno di solidarietà, anzi di fraternità. C’è bisogno di un nuovo spirito comunitario che ci aiuti a uscire insieme dai problemi concentrando le migliori energie emerse in questo tempo di prova a causa della pandemia”.
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