E’ paura contagio Covid19 a scuola. La ripartenza delle lezioni di presenza da domani lunedì 17 gennaio agita parte dei genitori, insegnanti, presidi e sindaci. Questi ultimi insistono “Dateci i dati reali di contagio”.

L’Assemblea straordinaria dei sindaci siciliani

L’Assemblea dei sindaci siciliani, convocata d’urgenza sabato pomeriggio in videoconferenza, per valutare l’evoluzione della pandemia sui territori ha ribadito la necessità di chiarezza sul rapporto esistente fra la normativa nazionale e quella regionale con riferimento alle conseguenze derivanti dalla istituzione di zone gialle, arancioni e rosse e alle condizioni giuridiche per emanare le eventuali ordinanze sindacali.

Le ordinanze dei sindaci già annullate

Un po’ ovunque le ordinanze dei sindaci sono state ‘annullate dai Tar con ordinanze sospensive ma i sindaci continuano sulla strada del dubbio e attaccano il sistema di monitoraggio sulla pandemia

Non ci sono dati certi comune per comune

L’Assemblea ha  ribadito la necessità di avere a disposizione, Comune per Comune, dati certi e aggiornati sul numero dei contagiati e dei vaccinati e sulla eventuale incidenza dei ricoveri sulle strutture sanitarie per evitare il ripetersi dello stato di incertezza e di preoccupazione dei giorni scorsi.

“In tale incerto contesto, come amministratori abbiamo assistito alla crescente preoccupazione da parte del mondo scolastico e dei nostri concittadini per l’incremento esponenziale dei contagi ed abbiamo evidenziato con forza in una nota ufficiale e nel corso dell’ultima riunione della task force sulla scuola, l’assenza dei dati sull’andamento epidemiologico e l’inadeguatezza degli strumenti disponibili nelle strutture scolastiche, come la mancanza di mascherine FFP2 e dei necessari impianti di areazione nelle aule” ha detto Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.

Le ordinanze sospese

“La posizione assunta da numerosi amministratori che hanno deciso di emanare le ordinanze (ex art. 50 del TUEL) tenendo conto dell’aumento esponenziale dei contagi – continua Orlando – è nata dalla necessità di scongiurare una reale condizione di pericolo che di fatto è poi stata confermata dalle ultime ordinanze del presidente della Regione, Nello Musumeci, che hanno sottoposto a provvedimenti restrittivi anti Covid19 e dichiarato in zona arancione, ben 149 comuni siciliani”.

“Chiediamo – conclude il presidente Orlando – inoltre che le altre istituzioni competenti e le autorità sanitarie si attivino per prevenire eventuali situazioni di pericolo rilevando e soprattutto arginando, in tempi rapidi, eventuali focolai”.

I sindaci tornano a chiudere le scuole

Intanto alcuni sindaci tornano a chiudere le scuole. Niente lezioni per i prossimi giorni ad Agrigento, Salemi e Marsala. I rispettivi sindaci hanno disposto la chiusura degli istituti di questi centri che sono in zona arancione per l’elevato numero di contagi da Covid19.

Il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè con una nuova ordinanza ha disposto la chiusura delle scuole e la proroga della didattica a distanza per una settimana per l’emergenza pandemica. La decisione è stata presa nonostante ieri il Tar avesse bocciato un precedente provvedimento del primo cittadino sospendendone l’efficacia.

A Salemi, invece dove le scuole non era state chiuse in precedenza, adesso scatta l’ordinanza dopo il parere positivo dell’Asp e la dichiarazione di zona arancione. la normativa nazionale prevede la possibilità di chiusura solo in zona rossa ma l’ordinanza regionale la estende, per un massimo di dieci giorni, anche in zona arancione

I cittadini preparano nuovo ricorso

I cittadini che avevano fatto ricorso al tribunale amministrativo contro la prima ordinanza, ricorso accolto dai giudici, stanno già preparando una nuova impugnazione e predisponendo un esposto al Prefetto e alla Procura “affinché – dicono – il sindaco non ritenga di essere fuori dallo Stato italiano”.

Rifiuti speciali Covid19 non vengono ritirati per lo smaltimento

Nel corso dell’assemblea è emersa, infine, anche la criticità relativa alla circostanza che alcune ASP, a causa dell’incremento dei contagi, non hanno più provveduto a svolgere il servizio di ritiro dei rifiuti domestici dei cittadini in quarantena. A tal proposito è stato sollecitato il ripristino del servizio di pertinenza delle ASP che, solo in qualche caso, potrà essere svolto dal Comune, previa intesa con l’ASP.

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