Sono 5.246 i nuovi casi di Covid19 Siciliani registrati a fronte di 42.129  tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 6.628. Il tasso di positività scende al 12,4% ieri era al 17,7%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

L’isola è al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 224.971 con un decremento di 534 casi. I guariti sono 7.691 mentre le vittime sono 31 portano il totale dei decessi a 10.057.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero sono 1.046 ricoverati con 6 casi in più rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 56, due in meno rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

Questi i dati del contagio nelle singole province Palermo con 2.083 casi, Catania 892, Messina 1.311, Siracusa 461, Trapani 755, Ragusa 438, Caltanissetta 400, Agrigento 624, Enna 274.

Covid, più ricoveri in 1 settimana ma giù intensive

Aumentano per la seconda settimana consecutiva i ricoveri di pazienti Covid (+8,6%) ma l’incremento è meno marcato rispetto a una settimana fa (+10,7%) e riguarda solo i ricoveri ordinari, che fanno segnare un +9,4% a differenza delle terapie intensive dove il numero di pazienti scende del 3,4%. Emerge dalla rilevazione della Federazione Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) del 29 marzo. A incidere maggiormente sul rialzo dei ricoveri Covid è il Centro con un +16%, mentre al Nord l’aumento si ferma al 2% e al Sud fa registrare un +8%. La curva dei ricoveri, in discesa dall’1 febbraio, ha invertito direzione ormai da 15 giorni.

Ricoveri nei reparti ordinari

I pazienti ricoverati ‘con Covid’, precisa Fiaso, sono ormai la maggioranza sia nei reparti ordinari che nelle rianimazioni. Da segnalare, inoltre, afferma la Federazione, come tra i vaccinati ricoverati in terapia intensiva il 100% presenta comorbidità: sono le persone più fragili che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di Covid gravi. “Per la seconda settimana consecutiva crescono i ricoveri Covid ma siamo ormai di fronte a una nuova fase dell’epidemia che, grazie alla grande campagna vaccinale, investe meno le terapie intensive e provoca una malattia meno grave – commenta Giovanni Migliore, presidente Fiaso -. La preponderanza dei casi Con Covid, sia in area medica che nelle intensive, testimonia l’efficacia della protezione vaccinale da un lato e dall’altro la minor aggressività del virus attualmente circolante, due elementi rispetto ai quali occorre organizzare adeguatamente l’assistenza”. La presenza in rianimazione di pazienti vaccinati e tutti affetti da altre gravi patologie, rileva Migliore, “indica la necessità di continuare ad adottare interventi di prevenzione primaria e di non allentare l’attenzione nelle regole di protezione come il distanziamento e l’uso delle mascherine”. Sono necessarie, inoltre, secondo il presidente Fiaso, “campagne informative dirette alle persone fragili che non si sono mai vaccinate: è possibile che una quota di disinformazione possa aver giocato nel rifiuto della vaccinazione per questi soggetti, il cui rischio è nettamente più alto. Alla luce di questi dati, va ribadita l’importanza della quarta dose per i soggetti estremamente fragili”.

Covid: risale curva ricovero bimbi +23% in 7 giorni

Risale la curva dei ricoveri pediatrici per Covid nella settimana 22-29 marzo, registrando un aumento del 23%. Emerge dai dati degli ospedali pediatrici e dei reparti di pediatria aderenti alla rete sentinella Fiaso. Nella rilevazione del 22 marzo la curva era scesa del 6%, mentre nel report del 15 marzo era cresciuta del 48%. Il dato “continuamente altalenante registrato nel corso delle settimane in pediatria – precisa Fiaso – non consente di fare valutazioni appropriate dei trend”. Da 15 giorni nei reparti Covid degli ospedali pediatrici sono presenti anche piccoli pazienti di origine ucraina. La classe di età più colpita come sempre, afferma la Federazione delle aziende sanitarie ed ospedaliere Fiaso, è quella fra 0 e 4 anni (53%). Il 30%, invece, ha fra i 5 e gli 11 anni. Migliora inoltre la protezione vaccinale offerta dai genitori ai piccolissimi: tra i casi di neonati ricoverati il 73% ha entrambi i genitori vaccinati mentre il 27% ha sia la madre sia il padre o uno dei due genitori no vax.

Covid: antivirali riducono decessi ma ancora poco usati

“Per ridurre i decessi da Covid-19 dovremmo fare un più largo uso di monoclonali, soprattutto l’ultimo arrivato a somministrazione intramuscolare e attivo anche contro Omicron. E, soprattutto, un più largo uso di antivirali, di cui ne sono arrivate 600.000 dosi e sono quasi tutte in frigo: in una settimana ne prescriviamo circa 3.300 dosi a fronte di oltre 500.000 nuovi infetti”. A spiegarlo all’ANSA è Guido Rasi, già direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) e docente di Microbiologia clinica all’Università Tor Vergata di Roma, che sottolinea: “oggi abbiamo strumenti per ridurre i morti per Covid-19. Usiamoli”. Rispetto allo scorso anno, precisa, “ora abbiamo un impegno di terapie intensive per Covid che è 8 volte inferiore, anche se con un numero di contagi enormemente maggiore. Ma i decessi ieri sono stati 177 e sono ancora molti”. Per ridurre la corsa dei contagi, invece, aggiunge Rasi, “a fronte di una variante contagiosa come Omicron 2 l’unica cosa che possiamo fare è usare in modo corretto la mascherina Ffp2”, cosa che oramai in pochi fanno: “andrebbe tenuta con canoni da sala operatoria: cambiata di frequente, chiusa bene sul naso, smaltita in modo corretto, non appoggiata dove capita”.

 

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