Sono 501 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore nell’isola a fronte di 21.855 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 327. L’incidenza sale al 2,3% ieri era al 1,6%.

L’isola è al sesto posto per contagi, al primo c’è la Lombardia con 1.020 casi, al secondo posto il Veneto con 878 casi, al terzo posto la Campania con 875 casi, al quarto posto il Lazio con 867 casi, al quinto l’Emilia Romagna con 676 casi.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

Gli attuali positivi sono 9.077 con un aumento di 71 casi. I guariti sono 428 mentre si registrano 2 vittime, che porta il totale dei decessi a 7.090.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero sono adesso 376 ricoverati, con 6 ricoverati in più rispetto a ieri in terapia intensiva sono 50, lo stesso numero di ieri.

La situazione nelle singole province

Sul fronte del contagio nelle singole province  Palermo con 98 casi, Catania 153, Messina 91, Siracusa 52, Ragusa 16, Trapani 41, Caltanissetta 31, Agrigento 8, Enna, 11.

Covid: Pregliasco, spero presto via libera a vaccino bimbi

“Spero che a breve sia possibile vaccinare anche i bambini, non appena ci sarà il via libera da parte dell’Ema, considerando che anche per loro il Covid non è una passeggiata e ha degli effetti a lungo termine”. Lo afferma Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, in un’intervista a iNews24.

“Uno su mille ha la sindrome infiammatoria multisistemica che crea problemi – continua Pregliasco – I più piccoli sono colpiti dalla variante Delta, quindi vaccinandoli si ridurrebbero molte probabilità di contagi. Vanno vaccinati anche per mantenere aperta la scuola, perché cominciano ad esserci molte classi in quarantena”.

Sulla risalita della curva dei contagi, il direttore precisa: “Il Green pass funziona ma non è uno schermo totale. Poi si può ottenere anche col tampone. Quelli rapidi possono dare falsi negativi. La certificazione verde è stata una scelta politica, ma se salgono i contagi la situazione potrebbe diventare problematica, anche se non nella stessa proporzione dell’anno scorso”. Infine, sullo scenario europeo Pregliasco lancia l’allarme: “Se non ci fossero stati i vaccini ci sarebbe stata emergenza totale. C’è invece una proporzione tra l’aumento dei casi e i casi gravi. Però se salgono i contagi, com’è accaduto in Gran Bretagna, la situazione può diventare pesante. Per non parlare delle Nazioni dove ci sono pochi vaccinati, come l’Europa dell’Est”.

Terze dosi? A Regioni servono più fondi

Si continuerà a vaccinare, anche per le terze dosi, secondo gli obiettivi del governo. Ma il rischio, anzi, la certezza, è che molte Regioni faticheranno a chiudere i bilanci se dallo Stato non arriveranno fondi aggiuntivi per tutte le spese Covid. Lo dice in un’intervista a Qn l’ assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Raffaele Donini.

“Le Regioni non guardano al portafoglio e da mesi combattono cercando di salvare più vite possibili. Niente ci farà indietreggiare”. Si “continuerà a correre” ma “lo Stato si interroghi: vogliamo che la stagione espansiva della sanità diventi pura retorica? Disavanzi e dissesti comprometterebbero il diritto alla salute dei cittadini o porterebbero a misure di contenimento della spesa”. Il rischio concreto “è che la gran parte delle Regioni, una volta attenuata o vinta la pandemia, si trovi non a progettare la sanità del futuro, ma a ripianare i debiti del recente passato – spiega -. Non è pensabile che i costi di una pandemia siano scaricati in gran parte sui bilanci ordinari delle Regioni. Quello che “chiediamo ora è un tavolo politico: questa non è materia che possiamo lasciare solo ai diligenti funzionari dei ministeri”. Servono risorse “perché i cittadini ormai si sono abituati a una campagna vaccinale che è veramente decollata e contemporaneamente la sanità è tornata a fare il suo mestiere nelle regioni nell’erogazione di tutte le prestazioni programmate, recuperando anche quelle non effettuate nelle varie ondate pandemiche”. E quasi tutte le regioni “hanno esaurito le risorse”.

Articoli correlati