Sono 8.739 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 30.958 tamponi processati in Sicilia secondo il bollettino odierno. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 8.920. Il tasso di positività sale al 28% il giorno precedente era al 24%%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è al quinto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 120.660 con un aumento di 6.895 casi. I guariti sono 2.980 mentre 18 sono le vittime che portano il totale dei decessi a 11.267.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 979, anche oggi 16 in più rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 33, tre in meno rispetto al giorno prima.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 2.272 casi, Catania 2.303, Messina 1.404, Siracusa 965, Trapani 690, Ragusa 696, Caltanissetta 470, Agrigento 880, Enna 213.

Covid: Gimbe, in aumento del 50,8 % nuovi casi in Sicilia

+Nella settimana in Sicilia dal 29 giugno al 5 luglio si registra una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi al Covid 19 per 100.000 abitanti (2185) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (50,8%) rispetto alla settimana precedente. Sopra media nazionale i posti letto in area medica (24,8%) e in terapia intensiva (4,9%) occupati da pazienti contagiati con il virus. Lo rende noto il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe con analisi su andamento epidemia (nuovi casi, nuove varianti, reinfezioni, testing, ospedalizzazioni e decessi) e vaccini (somministrazioni, nuovi vaccinati, persone non vaccinate, fascia 5-11, terze dosi e quarte dosi con trend di somministrazione).

La percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 9,3% (media Italia 7,1%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni temporaneamente protetta, in quanto guarita da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 5%; la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 16,4% (media Italia 11,4%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni guarita da meno di 120 giorni, che non può ricevere la terza dose nell’immediato, pari al 5,9%; il tasso di copertura vaccinale con quarta dose (persone immunocompromesse) è del 37,8% (media Italia 44,2%); il tasso di copertura vaccinale con quarta dose (over 80, ospiti RSA e fragili fascia 60-79) è del 8,1% (media Italia 21,1%).

La popolazione 5-11 che ha completato il ciclo vaccinale è pari 26,9% (media Italia 34,9%) a cui aggiungere un ulteriore 3% (media Italia 3,3%) solo con prima dose. Ecco l’elenco dei nuovi casi per 100.000 abitanti dell’ultima settimana suddivisi per provincia: Siracusa 1.230 (+65,6% rispetto alla settimana precedente) Catania 1.148 (+47,2% rispetto alla settimana precedente) Messina 1.093 (+53,7% rispetto alla settimana precedente) Ragusa 1.076 (+43,9% rispetto alla settimana precedente) Palermo 1.068 (+32,8% rispetto alla settimana precedente) Agrigento 1.048 (+79,1% rispetto alla settimana precedente) Caltanissetta 831 (+97% rispetto alla settimana precedente) Enna 830 (+49,3% rispetto alla settimana precedente) Trapani 814 (+75,7% rispetto alla settimana precedente)

Aumentano anche decessi, 464. ‘Reali motivi di preoccupazione’

Il Covid-19 corre e si trascina dietro la crescita di pazienti ospedalizzati, in intensiva e deceduti. Dal 29 giugno al 5 luglio, i ricoveri con sintomi sono stati 8.003 rispetto a 6.035 della settimana precedente, ovvero +32,6%, e le terapie intensive 323 rispetto a 237, pari a +36,3%. A crescere sono anche i decessi, che sono stati 464 rispetto a 392 della settimana precedente, in aumento del 18%. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. “Esistono reali motivi di preoccupazione”, commenta il presidente Nino Cartabellotta, anche perché “l’occupazione dei posti letto è destinata ad aumentare nelle prossime settimane”.

Covid:Gimbe,595.000 contagi in 7 giorni,+55%,2 mln tamponi

Nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio i nuovi casi di Covid-19 sono stati 595.349, con un aumento del 55% rispetto alla settimana precedente. I contagi settimanali crescono in tutte le regioni e sono 38 le province italiane che contano più di 1.000 casi per 100.000 abitanti. La crescita va di pari passo a un aumento del 33% del numero dei tamponi totali: da 1,6 milioni a 2,1 milioni. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. “L’aumento dei nuovi casi settimanali – dichiara il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio di 10 giorni”.

Gimbe, mascherine fondamentali, rischiamo ‘lockdown di fatto’

Una “crescita esponenziale dei contagi, che non contabilizza il sommerso dei casi non dichiarati”. “Quarte dosi al palo e con grande differenze regionali nelle coperture” e “un’alta percentuale di popolazione sintomatica o isolata, che rischia di determinare un ‘lockdown di fatto’ su vari servizi, inclusi quelli turistici”. A descrivere gli effetti dell’ondata estiva di Covid, è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che mette in guardia: “in questa fase, oltre ad accelerare la somministrazione della 4/a dose nei pazienti vulnerabili, è indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine”.

Covid: aumentano le reinfezioni

Aumentano anche le reinfezioni, che in una settimana sono state 30.941, pari al 9,5% dei contagi totali, a fronte delle 8,4% dei 7 giorni precedenti. Si registra, naturalmente, un aumento del tasso di positività, che sale dal 14,1% al 17,1% per i tamponi molecolari e dal26,2% al 29,8% per gli antigenici rapidi. “Nella settimana 29 giugno-5 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 595 mila, con una media che supera gli 85 mila casi al giorno”, osserva Cartabellotta. Tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 24,7% della Sardegna al 95,9% della Lombardia. Rispetto alla settimana precedente, in tutte le Province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi di Covid-19, che vanno dal +11,1% di Cagliari al +120,7% di Sondrio. Le 38 province in cui si registrano 1.000 casi per 100.000 abitanti sono: Napoli (1.433), Lecce (1.395),Cagliari (1.270), Brindisi (1.262), Salerno (1.235), Padova (1.234), Siracusa(1.230), Latina (1.224), Caserta (1.222), Rimini (1.209), Roma (1.207), Chieti(1.164), Perugia (1.163), Forlì-Cesena (1.160), Catania (1.148), Ravenna(1.146), Sud Sardegna (1.143), Bari (1.134), Teramo (1.130), Pescara (1.122),Venezia (1.121), Treviso (1.105), Messina (1.093), Vicenza (1.081), Oristano(1.078), Ragusa (1.076), Ascoli Piceno (1.068), Rovigo (1.068), Palermo(1.068), Barletta-Andria-Trani (1.056), Taranto (1.055), Belluno (1.052),Agrigento (1.048), L’Aquila (1.047), Frosinone (1.035), Pavia (1.032), Ancona(1.008) e Matera (1.008).

Covid: Gimbe, +33% ricoveri e +36% intensive in 7 giorni (2)

“Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – i posti letto occupati in ‘area critica’ dal minimo di 183 del 12 giugno sono saliti a 323 il 5 luglio. In ‘area medica’, invece, dal minimo di 4.076 dell’11 giugno, sfiorano il raddoppio salendo a quota 8.003 il 5 luglio. Al 5 luglio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 12,5% in area medica, ma va dal 6,6% del Piemonte al 32,2% dell’Umbria, e del 3,5% in area critica (dallo 0% della Valle D’Aosta all’8,1% dell’Umbria) . “Segnano un netto aumento anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media di 40 ingressi al giorno rispetto ai 29 della settimana precedente”. E’ un errore, secondo Gimbe, “la minimizzazione del quadro ospedaliero che si vede oggi nel dibattito pubblico” e in cui sottolinea l’attuale limitato impatto dell’ondata sulle terapie intensive e si rimarca sulla “capziosa distinzione tra pazienti ricoverati in area medica con Covid e per Covid”. “Anche se siamo ancora molto lontani da situazioni di grave sovraccarico ospedaliero – spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – esistono reali motivi di preoccupazione. Innanzitutto, l’occupazione dei posti letto è destinata ad aumentare nelle prossime settimane, in un periodo in cui tra ferie estive e assenze per isolamento il personale sanitario è numericamente ridotto, con conseguente peggioramento della qualità dell’assistenza e aumento dello stress su chi è in servizio”. In secondo luogo, “la maggior parte dei ricoveri in area medica riguarda pazienti anziani con patologie multiple, nelle quali il Covid peggiora un equilibrio di salute già instabile”. Infine, “il progressivo sovraccarico ospedaliero porta a rimandare prestazioni chirurgiche e visite specialistiche non urgenti, alimentando quelle liste di attesa che le Regioni non sono ancora riuscite a recuperare”.

Articoli correlati