“Ho appena firmato l’ordinanza che riporta la Sicilia in area bianca”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza su Facebook.
Arriva la conferma del ritorno alla zona bianca
La Sicilia vede scendere i contagi e arriva, dunque, anche l’attesa e sperata zona bianca che uniforma la nostra regione al resto del Paese. Via la mascherina all’aperto e le limitazioni a tavola nei ristoranti. E da lunedì riaprono anche le discoteche e il mondo dello spettacolo torna al riempimento totale grazie ad altri provvedimenti assunti sempre oggi.
Il monitoraggio dell’Istituto Superiore di sanità
Continua a diminuire l’incidenza settimanale dei casi di Covid19 a livello nazionale che scende a 34 per 100.000 abitanti (27/09/2021 – 3/10/2021) contro i 39 per 100.000 abitanti (20/09/2021 – 26/09/2021) della settimana precedente. Nel periodo 15 – 28 settembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,83 (range 0,81 – 0,86), al di sotto della soglia epidemica e stabile rispetto alla settimana precedente.
Il tasso di occupazione dei malati di Covid in terapia intensiva è in lieve diminuzione al 4,8% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute del 5/10/2021), con una lieve diminuzione del numero di persone ricoverate da 459 (28/09/2021) a 433 (5/10/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale diminuisce al 5,1%. Anche il numero di persone ricoverate in queste aree è in lieve diminuzione da 3.418 (28/09/2021) a 2.968 (5/10/2021).
Altre regioni però temono la risalita del contagio
Mentre la Sicilia torna alla zona bianca, la regione che ha registrato il maggiore incremento giornaliero è il Veneto, con 349 casi, seguita da Campania (328) e Lazio (300) Prosegue così la tendenza positiva rilevata dalla fondazione Gimbe nel monitoraggio relativo al periodo 29 settembre-5 ottobre. “Ormai da 5 settimane consecutive il dato nazionale mostra una discesa dei nuovi casi settimanali, anche se nell’ultima settimana, rispetto alla precedente, 5 regioni registrano un incremento percentuale dei contagi”, osserva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.
Il calo progressivo dei casi positivi, segnalato dalla Fondazione Gimbe, è confermato anche dai dati del ministero della Salute. Nelle ultime 24 ore i casi sono diminuiti da 3.235 a 2.938. Sono stati identificati con 297.356 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 301.773 del giorno prima e il tasso di positività è variato dall’1,1% allo 0,99%. Scendono anche i ricoveri, che nelle terapie intensive sono 403, 12 in meno in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite; i ricoverati nei reparti ordinari sono 2.824, 48 in meno in 24 ore. Non c’è stato invece un calo nei decessi, che sono stati 41 contro i 39 del giorno prima.
Quattro Regioni e Province autonome risultano, adesso, classificate a rischio moderato questa settimana in base al monitoraggio ISS: si tratta di Basilicata, PA Trento, PA Bolzano e Valle d’Aosta. Le restanti 17 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio basso. La scorsa settimana solo una Regione, il Lazio, risultava a rischio moderato. Due Regioni/PA (Basilicata e PA Trento) riportano un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza.
Ma la discesa comincia a rallentare
L’analisi del fisico teorico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma, indica però che la curva dei contagi sta rallentando la sua discesa, in una situazione generale ancora indefinita e che richiede attenzione perché “la curva, calando più lentamente, potrebbe andare in saturazione”. Occorre, dunque, tenere ancora alta l’attenzione per evitare nuove risalite
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