In Sicilia nella settimana 29 settembre-5 ottobre, si registra una performance in miglioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (274) e si evidenzia una diminuzione dei nuovi casi (-10,4%) rispetto alla settimana precedente. Sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica (11%) e i posti letto in terapia intensiva (4%) occupati da pazienti COVID-19. Lo dice il report settimanale della Fondazione Gimbe.

I dati complessivi

«Ormai da 5 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il dato nazionale mostra una discesa dei nuovi casi settimanali, anche se nell’ultima settimana, rispetto alla precedente, 5 Regioni registrano un incremento percentuale dei contagi». Gli aumenti, che riguardano Basilicata (+73,6%), Prov. Aut. Bolzano (+8,7%), Prov. Aut. Trento (+20,9%), Sardegna (+5%), Valle D’Aosta (+64,5%), rimangono tuttavia contenuti in termini assoluti. Scendono a 17 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e nessuna conta oltre 150 casi per 100.000 abitanti. In calo anche i decessi: 311 negli ultimi 7 giorni (di cui 22 riferiti a periodi precedenti), con una media di 44 al giorno rispetto ai 55 della settimana precedente.

Sicilia terzultima per vaccinati

La popolazione che ha completato il ciclo vaccinale in Sicilia è pari 65,6% (media Italia 72,4%) a cui aggiungere un ulteriore 4,8% (media Italia 4,3%) solo con prima dose; Sicilia ancora terzultima per numero di vaccinati davanti alla Calabria e alla Provincia autonoma di Bolzano.

Il punto sui vaccini

Nonostante 13,4 mln di dosi in frigo scende ancora il numero di nuovi vaccinati (-17,1%), a rilento le terze dosi (2,4% su una platea di 7,6 mln). Terza dose: necessario estendere l’obbligo agli operatori sanitari e aprire progressivamente alle fasce under 80.

«La priorità assoluta – conclude Cartabellotta – rimane quella di somministrare il ciclo completo a tutta la popolazione vaccinabile, in particolare agli over 50. Tuttavia, a fronte dei primi segnali di un lieve (ma costante) calo dell’efficacia vaccinale su ospedalizzazioni, terapie intensive e decessi, è necessaria una programmazione strategica per somministrare la dose di richiamo alla popolazione generale. Anche per evitare, dopo il via libera dell’EMA agli over 18, che le Regioni procedano in ordine sparso, senza seguire le priorità basate sul rischio individuale».

Ecco perché la Fondazione GIMBE propone quattro azioni integrate:

  • accelerare la somministrazione della terza dose alle categorie prioritarie vista l’ampia disponibilità di dosi (13,4 milioni) e la stagione invernale alle porte;
  • ampliare progressivamente la platea vaccinabile con dose booster alle fasce anagrafiche a rischio di malattia grave e decesso, iniziando con la fascia 70-79 anni e successivamente quella 60-69 e 50-59, e dando priorità in ciascuna fascia ai pazienti con patologie concomitanti;
  • programmare per tutti gli over 50 la chiamata attiva a sei mesi dal completamento del ciclo;
  • estendere l’obbligo della dose booster per gli operatori sanitari, al fine di garantire la sicurezza per i pazienti e ridurre il rischio di limitare l’erogazione di prestazioni sanitarie per patologie non COVID-19, visto che l’efficacia vaccinale sull’infezione da variante delta si attesta intorno al 67%.

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