Inizia a dare segni di speranza l’andamento della curva dei contagi in tutta Italia. Come già confermato dal bollettino settimanale Dasoe per la Regione Siciliana, il trend dei nuovi contagi sembra subire in questi giorni un discreto rallentamento. Ora anche i dati della Fondazione Gimbe confermano le buone notizie dopo 13 settimane consecutive di aumento dei contagi da Covid-19.
Mano positivi in tutta Italia
Il monitoraggio settimanale per la settimana 19-25 gennaio dice che l’ultima settimana ha visto un’inversione della curva dei nuovi casi. Sono stati 1.197.970 rispetto ai 1.243.789 dei 7 giorni precedenti, con una flessione del 3,7%. Dati in chiaroscuro per quanto riguarda gli ospedali. Aumentano del 3% i ricoveri in area medica (20.037 rispetto a 19.448), mentre diminuiscono dell’1,4% quelli in terapia intensiva (1.691 rispetto a 1.715). Ma a crescere sono anche i decessi: sono stati 2.519 rispetto ai 2.266 della settimana precedente, con +11,2%.
Gimbe chiede di superare sistema a colori e contact tracing
Secondo Gimbe potrebbe essere una buona soluzione il superamento del sistema dei colori anche perché “le Regioni possono aumentare il numero di posti letto Covid per evitare zone dai ‘colori più intensi’ ma determinando mancata assistenza a pazienti con altre patologie”. Gimbe dice sì anche alla sospensione del contact tracing, considerando che con l’incidenza elevata causata da Omicron “non è sostenibile né aiuta a rallentare la crescita dei casi”. La fondazione però resta contraria alla classificazione dei ricoveri Covid e alla revisione di misure sulla sorveglianza sanitaria dei positivi. Questo il risultato di un’analisi della Fondazione Gimbe rispetto alle proposte avanzate dalle regioni al governo per facilitare la convivenza con il Sars-Cov-2.
No ad alcuni punti proposti dalle Regioni
Per Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, non sarebbero però “accettabili le proposte di rivedere misure sulla sorveglianza sanitaria, suddividendo fra i casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia, mentre l’elemento discriminante oggi dovrebbe essere rappresentato esclusivamente dallo status vaccinale”. Secondo Gimbe, inoltre, sarebbe sbagliato ridurre i giorni d’isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali, dopo 3 giorni dalla comparsa dei sintomi, senza accertarne la negatività con tampone. No anche alla sospensione della didattica in presenza a scuola solo per i soggetti sintomatici, perché “l’elemento discriminante ai fini della quarantena in caso di tampone negativo dovrebbe essere rappresentato dallo status vaccinale e non dalla presenza/assenza di sintomi”.
Calano tamponi – 4,5% in 7 giorni
Ritornando ai numeri del monitoraggio, i dati dicono che, dopo l’impennata delle settimane passate, negli ultimi sette giorni cala del 4,5% il numero dei tamponi totali effettuati in Italia, passati da 7.672.378 della settimana 12-18 gennaio a 7.327.579 della settimana 19-25 gennaio. La diminuzione riguarda sia i tamponi rapidi (-67.898, pari a -1,2%) che quelli molecolari (-276.901, pari a -13,9%). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività ai molecolari torna pero’ a salire (dal 21,3% al 22,9%), mentre rimane stabile (dal 14,4% al 14,3%) quello dei rapidi. ‘Questi numeri – spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – confermano che la circolazione del virus rimane elevata e che, considerata la risalita del tasso di positività dei molecolari, il calo della curva dei contagi deve essere interpretato con cautela”.
+3% ricoveri in area medica e +11,2% decessi
Assistiamo, spiega ancora Cartabellotta, a “un’iniziale discesa della curva nazionale condizionata da situazioni regionali molto eterogenee, da trend differenti per le varie fasce di età oltre che da una riduzione del numero di tamponi, sia antigenici che molecolari: in particolare per questi ultimi il tasso di positività è in lieve risalita” anche se “resta alta la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe. I posti letto occupati da pazienti Covid in area medica aumentano, seppure più lentamente (+3% rispetto alla settimana precedente), mentre si registra una lieve flessione in terapia intensiva (-1,4% rispetto alla settimana precedente)”.
In 7 giorni crollo delle prime dosi
Nella settimana 19-25 gennaio si registra un crollo del 30,9% dei nuovi vaccinati: sono stati 355.309 rispetto ai 514.324 della settimana precedente. Di questi il 43,9% è rappresentato da bambini tra 5 e 11 anni, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (155.997 nuovi vaccinati in questa fascia, pari a -35,6%). Nonostante
l’introduzione dell’obbligo vaccinale, i nuovi vaccinati over 50 scendono a 96.957, pari a -25,6% rispetto alla settimana precedente. Mentre al 26 gennaio (ore 9) sono state somministrate 31.138.488 terze dosi.
Il 29,3% bambini 5-11 anni ha avuto almeno una dose
Al 26 gennaio (ore 9) 1.076.537 bambini tra 5 e11 anni hanno ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid (di cui 332.517 hanno completato il ciclo), il tasso di copertura nazionale si attesta al 29,3% ma con nette differenze regionali (dal 16,4% delle Marche al 47,2% della Puglia). Complessivamente, l’84,2% della popolazione, pari a 49,8 milioni, ha ricevuto almeno una dose e l’80,1%, pari a 47,4 milioni, ha completato il ciclo vaccinale, ma ci sono ancora 7,8 milioni senza nemmeno una dose, di cui 2 milioni di over 50 che sono a maggior rischio ricovero.
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