Sono 1762 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 11.828 tamponi processati. Ieri erano 1.732. Il tasso di positività è al 14,9% in crescita rispetto al 14,6% di ieri.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è al quarto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 79.255 con un decremento di 4.389 casi. I guariti sono 6.135 e 16 le vittime, che portano il totale dei decessi a 12.035.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 531, 26 in meno rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 32, due in più rispetto al giorno precedente.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 395 casi, Catania 327, Messina 354, Siracusa 139, Trapani 144, Ragusa 100, Caltanissetta 86, Agrigento 156, Enna 61.

Gimbe, in Sicilia, in ultima settimana aumento casi

– Nella settimana dal 17 al 23 agosto si registra in Sicilia una performance in miglioramento per i casi attualmente positivi al Covid 19 per 100.000 abitanti (1814) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (10,3%) rispetto alla settimana precedente. Sopra media nazionale i posti letto in area medica (14,2%) e in terapia intensiva (4%) occupati da pazienti Covid-19. Lo rene noto il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe con analisi su andamento epidemia (nuovi casi, reinfezioni, testing, ospedalizzazioni e decessi) e vaccini (somministrazioni, nuovi vaccinati, persone non vaccinate, fascia 5-11, terze e quarte dosi). La percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 11,4% (media Italia 9,6%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni temporaneamente protetta, in quanto guarita da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 2,9%; La percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 16,8% (media Italia 10,6%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni guarita da meno di 120 giorni, che non può ricevere la terza dose nell’immediato, pari al 5%; Il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 7,7% (media Italia 16,7%). La popolazione 5-11 che ha completato il ciclo vaccinale è pari 27% (media Italia 35,1%) a cui aggiungere un ulteriore 3% (media Italia 3,3%) solo con prima dose; L’elenco dei nuovi casi per 100.000 abitanti dell’ultima settimana suddivisi per provincia: Messina 394 (+5,7% ), Enna 325 (+66,8% ), Agrigento 315 (+15,5% ), Siracusa 312 (+33,8% ), Caltanissetta 308 (+38,4%), Trapani 304 (+1,8%), Ragusa 255 (+7,6%), Catania 227 (+1,8% ) e Palermo 220 (+3,7% ).

Tornano a salire i contagi, +18,7% in 7 giorni

Tornano a salire, dopo 5 settimane di calo, i casi di Covid-19 in Italia che sfiorano le 178mila unità in 7 giorni (+18,7%), mentre calano le terapie intensive (-15,1%) e i ricoveri ordinari (-15,5%). Stabili i decessi (+1,7%). Questo quanto emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 17-23 agosto rispetto ai 7 giorni precedenti. L’inversione di tendenza dei casi, spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, “è dovuta in parte al ‘rimbalzo’ conseguente al minor numero di contagi rilevati nel lungo weekend di Ferragosto, in parte al verosimile aumento della circolazione virale”. (ANSA).
NAN/ S04 QBXI

Dopo 5 settimane, giù ricoveri, stabili decessi

I nuovi casi registrati nella settimana 17-23 agosto sfiorano quota 178 mila. In tutte le Regioni, ad eccezione di Emilia-Romagna (-9,1%) e Umbria (-0,4%), si registra un loro incremento percentuale (dal +8,1% della Liguria al +56,4% della Calabria). I casi aumentano in 95 delle 107 province (dal +1,8% di Catania e Trapani al +79,4% di Catanzaro) e l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 6 Province: Crotone (784), Catanzaro (728), Vibo Valentia (652), Pescara (617), Belluno (528) e Teramo (522). Sul fronte degli ospedali dal 26 luglio al 23 agosto i ricoveri sono scesi rispettivamente da 434 a 254 in area critica (-45 persone in terapia intensiva nella settimana 17-23 agosto) e da 11.124 a 6.378 in area medica (-1,166 ricoveri on sintomi sempre nella settimana oggetto del monitoraggio). Al 23 agosto il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 9,9% in area medica (dal 4,9% del Piemonte al 24,3% dell’Umbria) e del 2,8% in area critica (dallo 0% della Provincia Autonoma di Bolzano e della Valle D’Aosta al 5,6% della Calabria). “Rimangono stabili gli ingressi in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 23 ingressi/die rispetto ai 25 della settimana precedente”. Una sostanziale stabilità si registra anche sul fronte dei decessi: 759 negli ultimi 7 giorni (+1,7% rispetto alla settimana precedente e 80 decessi riferiti a periodi precedenti), con una media di 108 al giorno rispetto ai 107 della settimana precedente. “Il numero di decessi nel nostro Paese – commenta Cartabellotta – rimane molto elevato, alimentando il dibattito sui criteri per definire le morti Covid e addirittura la richiesta di una commissione medica di inchiesta sulla mortalità Covid in Italia”. Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, l’attuale numero dei decessi, in particolare negli over 80, è fortemente condizionato sia dalla circolazione virale sia dal progressivo declino della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose, indipendentemente da altre variabili quali comorbidità, sotto-utilizzo farmaci antivirali, problematiche organizzative, criteri per definire il decesso Covid”. Infine in isolamento domiciliare 100.721 persone, in calo dell’11,9% rispetto alla settimana precedente.

Quarta dose in ritardo

Clamoroso ritardo” per la campagna di vaccinazione per la quarta dose (secondo booster) del vaccino anti-Covid: fino alla mattina del 24 agosto somministrate “solo 2,18 milioni di dosi” (circa 10mila al giorno di media nella settimana ) con un calo del 12,4% sulla scorsa settimana, mentre restano scoperti 14,3 milioni di over 60 e fragili, soggetti a cui la campagna è destinata. Lo rileva la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio indipendente. Inoltre sono 6,82 milioni i non vaccinati, di cui 1,31mln di guariti protetti solo temporaneamente; 7,63mln è senza 3/a dose, di cui 2,56mln di guariti che non possono riceverla nell’immediato.

Serve piano per autunno o fragili a rischio

“Con l’arresto della discesa dei casi, una popolazione vulnerabile molto numerosa e senza un piano di preparazione per la stagione autunno-inverno si rischia di compromettere la salute e la vita delle persone più fragili”. Questo il commento del presidente della Fondazione Gimbe che accompagna la diffusione del nuovo monitoraggio indipendente sull’andamento del Covid in Italia. “Se nella campagna elettorale, che ha monopolizzato l’informazione pubblica – afferma Cartabellotta – la pandemia ha trovato posto solo per strumentalizzazioni politiche, i dati mostrano che ci affacciamo alla stagione autunno-inverno in una situazione non favorevole. Innanzitutto, la discesa della quinta ondata sembra essersi arrestata e in piena estate la circolazione virale rimane ancora molto elevata rispetto agli anni precedenti: al 23 agosto oltre 750 mila positivi (numero ampiamente sottostimato), un tasso di positività dei tamponi antigenici al 17,4% e una media di oltre 25 mila nuovi casi al giorno. In secondo luogo, la popolazione a rischio di malattia grave è molto numerosa: al 24 agosto, prendendo in considerazione over 60 e fragili, al lordo delle persone guarite temporaneamente protette, si contano 893 mila non vaccinati, 1,91 milioni senza terza dose e 14,3 milioni senza quarta dose”. Infine, rileva Cartabellotta “non è ancora stato reso pubblico alcun piano di preparazione per la stagione autunno-inverno, fortemente invocato dalla Fondazione Gimbe sulla scia delle raccomandazioni dell’Oms Europa: aumentare le coperture vaccinali (con tre dosi) nella popolazione generale; offrire la quarta dose alle persone a rischio dopo 120 dalla somministrazione della terza; promuovere l’utilizzo delle mascherine al chiuso e sui mezzi pubblici; areare gli spazi pubblici affollati, quali scuole, uffici, bar e ristoranti, mezzi di trasporto pubblico; applicare rigorosi protocolli terapeutici per le persone a rischio di malattia grave”. In assenza di certezze su quando sarà pienamente operativo il nuovo Esecutivo, “il rischio concreto – conclude il presidente di Gimbe – è quello di trovarsi in piena stagione autunnale ad inseguire il virus per l’ennesima volta, compromettendo la salute e la vita delle persone più fragili e ritardando l’assistenza sanitaria per i pazienti con altre patologie”.

Agenas, occupazione intensive a 3%, cala in 5 regioni

La percentuale delle terapie intensive occupate da pazienti Covid, nelle ultime 24 ore in Italia, è stabile al 3% (un anno fa era al 6%) ma registra un calo in 5 regioni: Basilicata (0%), Calabria (4%), Emilia Romagna (3%), Puglia (4%), Umbria (2%). Mentre la percentuale di posti letto occupati per Covid-19 nei reparti ordinari è stabile al 10% (un anno fa era al 7%) e, nell’arco di 24 ore, cala in 8 regioni o province autonome: Friuli Venezia Giulia (14%), Lazio (10%), Liguria (18%), Pa Trento (14%), Puglia (10%), Sardegna (7%), Toscana (6%), Umbria (23%). Questa la rilevazione dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sui dati del 24 agosto. Nel dettaglio, la percentuale di posti nei reparti ospedalieri di area medica (o non critica) occupati da pazienti Covid non vede aumenti, mentre è stabile in 13 regioni: Abruzzo (13%), Basilicata (11%), Calabria (19%), Campania (9%), Emilia Romagna (13%), Lombardia (7%), Marche (10%), Molise (11%), Pa Bolzano (6%), Piemonte (5%), Sicilia (14%), Valle d’Aosta (11%), Veneto (8%). Restano quindi 3 quelle in cui il valore supera la soglia del 15%: Umbria (23%), Calabria (19%) e Liguria (18%). Quanto alle intensive, l’occupazione cresce in Abruzzo (al 5%) e Liguria (4%); in Pa Bolzano (0%) e Valle d’Aosta (0%) la variazione non è disponibile, mentre è stabile in 12 regioni: Campania (3%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (4%), Marche (2%), Lombardia (1%), Molise (5%), Piemonte (1%), Sardegna (5%), Sicilia (4%), Pa Trento (1%), Toscana (3%) e Veneto (2%). Tutte le regioni sono sotto la soglia del 10%