Si attende l’ufficialità della cabina di regia ma dal prossimo lunedì 30 agosto tecnicamente la Sicilia approda in zona gialla. Se ci sarà la conferma con l’emanazione, oggi, del relativo decreto, sarà la prima regione a cambiare colore dopo il via libera a fine luglio dei nuovi criteri per calcolare il rischio Covid19 basati sulle ospedalizzazioni, con soglia del 10% per l’occupazione dei posti in rianimazione e 15% per i posti letto in area medica non critica. L’isola, infatti, pure rimanendo stabile nei valori comunicati dall’Agenas, ha ‘sforato’, adesso, tutti i tetti.

Sforati tutti i tetti

L’isola mostra il superamento degli indicatori decisionali con un tasso di occupazione in terapia intensiva del 12,1% (contro la soglia del 10%), occupazione posti letto in area medica non critica del 19,4% (contro il 15% di soglia) e incidenza a 7 giorni (20-26 agosto) più alta di tutta Italia con 200,7 casi per 100mila abitanti contro la soglia di 50.

Zona gialla evitata di un soffio una settimana fa

Una settimana fa la Sicilia, per le norme del Dl del 23 luglio scorso, è stata a un passo dal giallo. Gli analisti lo avevano visto nei loro calcoli giornalieri, sia per le ospedalizzazioni che sul fronte dei casi. E proprio in relazione ai contagi, oggi la Fondazione Gimbe, nel suo monitoraggio indipendente settimanale, mette in evidenza che su 13 Province italiane che fanno registrare un’incidenza di oltre 150 casi per 100.000 abitanti (la soglia per il tracciamento è fissata a 50), ben 9 sono in Sicilia e si tratta, in pratica, di tutte le province dell’isola: Caltanissetta (318), Ragusa (281), Enna (268), Siracusa (234), Trapani (195), Messina (185), Catania (180), Palermo (163) e Agrigento (156). Le altre quattro Province con alta incidenza sono Cagliari (239), Reggio Calabria (169), Sud Sardegna (167), Prato (163).

Colpa dei non vaccinati

Nel mirino in Sicilia la bassa percentuale di vaccinati: più di un siciliano su tre non ha ancora ricevuto alcuna somministrazione di vaccino anti-Covid. E non vaccinato è l’80% dei ricoverati, mette in evidenza la Regione stessa. Così come, evidenzia Gimbe, in tutta Italia dove continuano a salire i ricoveri tra i non vaccinati, e i nuovi casi mostrano un lieve incremento ma sono sostanzialmente stabili.

Nuova ordinanza di Musumeci

E intanto salgono a 4 i comuni dell’isola che, a prescindere dalle sorti restrittive della Regione, passano in una sorta di zona arancione locale. L’ordinanza n. 86 del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, firmata ieri sera, introduce le restrizioni da “zona arancione”, previste dalla normativa nazionale, in due Comuni del Ragusano: si tratta di Comiso e Vittoria. Il provvedimento sarà valido da sabato 28 agosto e fino a lunedì 6 settembre compreso. Si aggiungono a Barrafranca e Niscemi rispettivamente a Enna e Caltanissetta. Ma si tratta di restrizioni che non incidono sulle chiusure delle attività commerciali:  è previsto l’ uso obbligatorio delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso e in quelli all’aperto ove sono presenti più soggetti (ad esempio, strade e piazze), ad eccezione dei bambini di età inferiore ai 12 anni, di chi è affetto da patologie che ne rendono incompatibile l’utilizzo e di chi svolge attività sportiva all’aperto; è inoltre previsto il divieto di assembramento nelle aree pubbliche; infine, per i banchetti e gli eventi privati restano ferme le disposizioni vigenti, con l’obbligo per gli operatori e per i partecipanti di avere effettuato il tampone nelle 48 ore antecedenti ad eccezione dei vaccinati.

Nei Comuni interessati dalle misure, l’Asp competente per territorio promuove, con i sindaci, il Distretto sanitario e la rappresentanza dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, un tavolo tecnico per raggiungere, nel territorio comunale, il target del 70% di vaccinati in prima dose. L’Asp potrà compiere tutti gli atti necessari a reperire personale amministrativo e medico necessario per attivare la vaccinazione decentrata e a domicilio.

L’Asp, infine, monitorerà l’efficacia delle misure adottate. Alla scadenza, in caso di mancata progressione del target previsto di vaccinati almeno in prima dose e in presenza di una incidenza dei contagi superiore a 250 casi per centomila abitanti, potranno essere disposte ulteriori misure di contenimento

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