“In tempo di pandemia, la collaborazione tra le istituzioni e il costante monitoraggio del territorio diventano essenziali anche per evitare ingiustificate paure e intervenire con efficacia e tempestività nelle criticità”.
Lo hanno ribadito il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia, nel corso di un confronto fra i due per fare il punto sulla situazione sanitaria, essenzialmente nella realtà metropolitana di Palermo.
Il confronto è figlio delle polemiche della scorsa settimana quando il sindaco diPalermo aveva minacciato più volte di chiudere le scuole dell’obbligo in città tranne poi fare marcia indietro all’ultimo istante. La motivazione ufficiale è la rassicurazione circa il monitoraggio a tappeto delle istituzioni scolastiche. La realtà sembra essere leggermente diversa. Orlando voleva essere coinvolto nelle cabine di regia regionali e non soltanto nel tavolo istituzionale in prefettura.
Particolare attenzione, nell’incontro di ieri, è stata rivolta al sistema dei Pronto soccorso, al ruolo della medicina territoriale e dei laboratori privati, ai malati no-covid e alle possibili riconversioni ospedaliere. Musumeci e Orlando hanno sottolineato anche la positiva esperienza dello screening, da proseguire nelle scuole, e alla modalità “drive-in”, avviata nel capoluogo regionale e allargata gradualmente al resto dei centri isolani.
Lo screening con la modalità drive in in realtà a Palermo era partito il 30 ottobre e l’esperienza palermitana è stata esportata in tutta la Regione con 40 postazioni attualmente funzionanti in giro per l’isola.
Ma nonostante ciò continua l’escalation di chiusure in vari comuni siciliani. Non solo nelle zone rosse sancite come tali con ordinanze regionali. Sono ormai decine i piccoli e medi comuni che hanno scelto la didattica a distanza anche per la scuola dell’obbligo, 6 comuni nel Palermitano fra cui Cefalù e Bagheria, 7 nel Siracusano l’ultimo dei quali in ordine di tempo è Palazzolo Acreide, ma anche in tutte le altre province da Ragusa a catania, da Agrigento a Trapani. Una situazione di caos che non sembra destinata a trovare un ordine.
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