Confcommercio Palermo, con la sua presidente Patrizia Di Dio, rilancia l’allarme sull’andamento della campagna
vaccinale in Sicilia, strettamente connesso ai temi delle riaperture delle attività commerciali.

Il ritorno alla normalità ancora lontano

“Finora abbiamo letto solo dati parziali. Da oggi, invece, facciamo un conto alla rovescia quotidiano per monitorare la data di fine campagna vaccinazione, unico dato che interessa le imprese. Il nostro ‘countdown’, nonostante tenga in considerazione la media dell’ultima settimana che è la migliore (12.677 vaccini al giorno), rivela che solo per completare la prima dose in Sicilia sarebbero necessari altri 271 giorni. Arriveremmo cioè al 23 dicembre 2021. Chissà quando potremo tornare alla normalità con il completamento della seconda dose”, spiega.

Basta a ulteriori periodi di chiusura forzata

“È solo uno il dato che vogliamo sapere – chiede la Di Dio -, quello della reale fine della campagna di vaccinazione: nessuno ci ha ancora detto quando terminerà. È evidente che imprenditori e commercianti non possono aspettare senza conoscere la data del ritorno alla normalità. Insistiamo nel chiedere che vengano immediatamente erogati sostegni più adeguati alle imprese e diciamo basta a ulteriori periodi di chiusura forzata, frutto di disposizioni irrazionali, confuse e dunque spesso inique. Si lavori per una veloce riapertura in sicurezza di tutte le attività commerciali che, tra l’altro, come è stato dimostrato, non sono certo luoghi di diffusione del contagio perché applicano rigorosamente i protocolli di sicurezza”.

La paura del vaccino

Intanto sussulta la fiducia degli italiani nei vaccini anti Covid19: nonostante oltre il 70% si dichiari pronto a vaccinarsi, nell’arco di un anno sono aumentati cinque volte (dal 7% al 37%) coloro che si dicono preoccupati per gli effetti avversi, in particolare in seguito allo stop temporaneo al vaccino AstraZeneca.

Indagini sulla fiducia nei vaccini anti covid19

A fotografare il fenomeno è l’indagine di EngageMinds Hub, il Centro di ricerca del campus di Cremona dell’Università Cattolica, condotta su un campione di oltre 5.000 individui, rappresentativo della popolazione per sesso, età, appartenenza geografica e occupazione. I risultati indicano inoltre che il 46% preferisce attendere un vaccino “migliore” e che nell’ultimo anno si è ridotto dal 64% al 59% chi ritiene il vaccino capace di risolvere l’emergenza causata dalla pandemia. Solo quattro su dieci, quindi, si dichiarano più ottimisti e sicuri grazie alla campagna vaccinale, mentre gli altri si dichiarano spaventati e fatalisti ed esprimono scetticismo per i rallentamenti finora subiti dalle vaccinazioni.

Articoli correlati