“Avevamo ragione, adesso al voto”. Sono le parole di Musumeci che commenta quanto sta avvenendo in questi giorni nella politica nazionale, con la crisi di governo estiva e con il voto di fiducia a Draghi in caduta libera. Oggi Mario Draghi al Colle da Sergio Mattarella. E’ il giorno in cui il presidente della Repubblica dovrà decidere un probabile scioglimento delle camere che forse ufficializzerà nella giornata di sabato.

“Avevamo Ragione”

“Dal Senato è giunta la conferma delle previsioni fatte da Giorgia Meloni e FdI nel febbraio dello scorso anno – dice  il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci -. Pd e 5Stelle non hanno mai avuto a cuore gli interessi della Nazione, ma, come si è visto, solo quelli del proprio partito e delle proprie poltrone. Ora possiamo dire che avevamo ragione, anche se lo facciamo con rammarico per il tempo perso appresso ai capricci ideologici del centrosinistra”.

Ora andare al voto

“È tempo dunque di ridare la parola ai cittadini – prosegue il Governatore -, di renderli nuovamente protagonisti come richiede una sana democrazia. Gli italiani meritano di scegliere un nuovo Parlamento e una nuova maggioranza. Una coalizione vera e coesa, frutto della volontà popolare e unita da una visione chiara e condivisa del futuro, in grado di dare all’Italia un governo stabile e forte”. Per Musumeci “serve un grande impegno di tutti gli uomini e le donne, non solo di centrodestra, ma anche di quegli Italiani delusi e traditi dal tornacontismo del centrosinistra. La battaglia elettorale che ci aspetta sarà lunga e impegnativa, ma la condurremo con passione per restituire all’Italia la speranza di futuro senza paure e senza disuguaglianze”.

Elezioni in Sicilia in concomitanza con le Nazionali

“Ci sono tutte le condizioni per il centrodestra in Sicilia di ripetere un risultato come il 61 a zero del 2001 alle prossime elezioni politiche. La legislatura volge alla sua fine e Draghi guiderà probabilmente un governo con le Camere sciolte. La Sicilia sarà dunque ancora laboratorio per un centrodestra unito che possa riconquistare il Paese e la Regione. Diventa molto probabile che l’elezione del presidente della Regione e del Parlamento siciliano coincida con il voto per l’elezione della Camera e del Senato” dice Vincenzo Figuccia, deputato di Prima l’Italia all’Assemblea regionale siciliana.

Ieri sera la fiducia ma con soli 95 voti

È passata, con soli 95 voti a favore, la richiesta di fiducia posta dal governo al Senato sulla risoluzione di Pier Ferdinando Casini. I voti contrari sono stati 38 e nessun astenuto. Quindi, hanno votato solo 192 senatori ma i votanti sono stati 133.  Il quorum è stato garantito dalla presenza in aula dei senatori del MoVimento 5 Stelle che, come annunciato, non hanno partecipato al voto. Così come deciso da altri partiti, come la Lega e Forza Italia.

Una notte che porta consiglio

Ma il premier Mario Draghi non è salito al Quirinale ieri sera stessa prendendosi una notte di riflessione e per ponderare. Il presidente del Consiglio ha lasciato Palazzo Chigi diretto nella sua abitazione e non al Colle, dove dovrebbe recarsi nella giornata di oggi, giovedì 21 luglio. Chiaramente stufo, non ci sono dubbi sul fatto che rassegnerà le proprie dimissioni, è la forma che aspetta di essere nota. Questa mattina Draghi ha chiesto la sospensione della seduta alla camera per recarsi al Colle.

E Cuffaro attacca i 5Stelle

“Che i Cinque Stelle fosse un partito scriteriato e che Conte stesse conducendo una insana partita nei confronti di Draghi e dell’unico governo possibile per tenere in piedi il Paese lo avevamo capito. Quello che ci viene impossibile da capire che partecipi essenziali di questo “Cupio dissolvi” lo siano diventati la Lega e Forza Italia”. Lo dichiara
il commissario regionale della DC Nuova, Totò Cuffaro.  “Chi ancora si sforza di ragionare e di dare un senso alla politica non può che prendere atto che quello che è successo ieri un senso non ce l’ha. Dove è la politica? La politica che privilegia il senso delle Istituzioni, la politica che dà senso agli interessi del Paese e degli italiani, la politica che coltiva il senso di un progetto di bene comune, la politica che nonostante le sue tante “contraddizioni” ha dato comunque un senso a se stessa. Ma – continua – dopo ieri “tutto questo adesso un senso non ce l’ha”.

 

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