La carica dell’antimafia per le Europee, e rispunta persino il nome di Rosario Crocetta. L’ex governatore si è proposto per un posto con Azione, ma non c’è solo lui. Secondo l’edizione odierna de “La Sicilia”, in un pezzo a firma di Mario Barresi, i nomi di quella che fu l’antimafia siciliana sono tanti e tutti pronti.

Giuseppe Antoci è fra gli “assi della legalità” sul tavolo di Giuseppe Conte, che valuta l’ipotesi di schierarlo addirittura come capolista del M5S. E Leoluca Orlando, intramontabile, turba i sonni del Pd siciliano: ha deciso di giocarsi la partita del gran ritorno sul tavolo nazionale, parlando con Stefano Bonaccini e aspettando il vaticinio di Elly Schlein.

Crocetta-Antoci-Orlando: la triade dell’antimafia siciliana, con gli alfieri di almeno un paio di stagioni del passato più o meno recente, torna a far parlare di sé nel toto-Bruxelles finora dominato in Sicilia dal risiko dei tanti aspiranti dei partiti di centrodestra per pochissimi posti al sole. Ma nelle liste delle forze d’opposizione c’è un po’ meno ressa.

Il ritorno di Crocetta

E così, ad esempio, capita d’intercettare una sorridente chiacchierata fra l’ex governatore dem e il deputato di Azione, Giuseppe Castiglione, durante i festeggiamenti di Sant’Agata. Crocetta, da sempre molto legato alla patrona, ha trascorso alcuni giorni sotto il Vulcano.

Carlo Calenda, intanto gelido sulla proposta di lista “Stati Uniti d’Ue” lanciata da Maria Elena Boschi per conto di Matteo Renzi, dovrà vedere  la fattibilità della candidatura di Crocetta, già eurodeputato dal 2009 al 2012.

Antoci diventa grillino?

E, per uno strano gioco di destini incrociati, l’ex governatore dem potrebbe ritrovarsi a sfidare un caro amico e compagno di partito (anch’esso legatissimo all’ex senatore Beppe Lumia, potentissimo demiurgo crocettiano), in corsa però sempre fuori dal Pd. Il nome di Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi vittima di un attentato, ricorre molto spesso nei discorsi grillini circa le Europee. Conte, che non sarà in campo in prima persona, per la circoscrizione Isole ha in testa l’identikit di un capolista “espressione della società civile, simbolo della legalità e dell’antimafia”.

Per dirla con le parole di Nuccio Di Paola, uno che sia “modello Roberto Scarpinato o Cafiero de Raho”. Anche nel recente meeting regionale di Mazara è venuta fuori la suggestiva ipotesi Antoci. Che sarebbe una, ma non l’unica, forte opzione quotata a Roma. Con il gradimento dello stesso Di Paola, ma non di tutto il gruppo dirigente siciliano. Nel quale da tempo sono in pista le candidature di due ex sindaci, Federico Piccitto (Ragusa) e Patrizio Cinque (Bagheria), oltre che dell’ex deputato agrigentino all’Ars, Giovanni Di Caro.

Attenzione però, perchè i giochi sono tutt’altro che fatti. All’interno del partito c’è un potenziale rigetto di una parte del M5S regionale ad Antoci capolista: il suo storico legame proprio con il “senatore della porta accanto”, Lumia, a cui è accomunato dalla militanza dem. Già nel 2019 l’icona antimafia dei Nebrodi rinunciò alla corsa per Bruxelles e più volte è stato quasi-candidato quasi a tutto col Pd, “fino a pochissimo tempo fa”, borbottano nel M5S.  Si dice però che il vero sogno dei grilli sia Luigi Patronaggio, ex procuratore di Agrigento ora pg a Cagliari.

Orlando strizza l’occhio alle Europee

E poi c’è Orlando. Il simbolo della stagione dell’antimafia siciliana precedente a quella di Lumia, Crocetta e Antoci, a dire il vero condivisa anche con Antonello Montante. L’interesse dell’ex sindaco di Palermo per le Europee non è una novità: l’avevamo inserito fra gli aspiranti candidati in un toto-nomi risalente allo scorso 12 settembre, mai smentito. Ma il diretto interessato, parlando con Repubblica, ha confermato la sua “disponibilità a candidarsi”.

A dire il vero il dialogo sul tema è aperto più con Bonaccini, sostenuto da Orlando alle primarie, che con la titolare del Nazareno. E fra i dirigenti siciliani c’è un certo imbarazzo. I più diplomatici se ne escono con un “Luca resta un patrimonio del partito”, ma c’è chi si spinge oltre. E sbuffa: “Non ci possono essere uomini buoni per tutte le stagioni”.

 

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